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Agora, Libertini tra rincorsa e stop: "Dispiace per la sospensione, ma..."

Il punto del tecnico della realtà pontina, che si è rinnovata molto con il mercato di dicembre

11 Gennaio 2022

Giovanni Libertini

Giovanni Libertini, allenatore dell'Agora

Una chiacchierata con Giovanni Libertini, tecnico dell’Agora. Dalla prima parte – complicata - di stagione ad un 2022 in assetto rimonta, passando per la sospensione dei campionati che dispiace – da amanti del calcio – ma che, nel caso della società pontina, potrà fungere da toccasana. Il 2021 dei rossoblù è stato difficile, con soli 2 pareggi all’attivo. Ma il mercato dicembrino, accompagnato da questa lunga sosta, serviranno al club per progettare la risalita (non a caso nel recupero del 6 gennaio con la Virtus San Michele e Donato è arrivata la prima gioia in campionato). "L’avvio è stato discreto” – ha esordito l’allenatore - perdendo una partita nel recupero e pareggiandone un’altra in casa. Poi, con la finestra di mercato che si è chiusa a fine ottobre, abbiamo perso 8 giocatori. Ci siamo ritrovati con una squadra non all’altezza, restavamo in gara per un tempo, ma poi non eravamo in grado di resistere. Con il mercato di dicembre sono arrivati 9 elementi di categoria, siamo andati a ricostruire da zero la squadra ed i primi effetti si sono visti nel recupero del 6 gennaio, in cui abbiamo giocato un’ora di gran calcio ed eravamo sul 3-0. Adesso la formazione è quadrata, ha dimostrato di esserci e ci aspettiamo di fare bene alla ripartenza, pensando solo ed unicamente all’obiettivo della salvezza. La società ha fatto degli sforzi enormi per rinforzare la rosa ed allungare la panchina, perché più di 1 volta l’impossibilità di fare i cambi ci ha fatto arrivare con il fiato corto, perdendo le partite. Sospensione? Ci dispiace, ovviamente, ma viene al momento giusto, consentendoci di trovare l’amalgama e la condizione atletica per essere competitivi alla ripartenza". Era comunque una decisione nell’aria. “Molti dei recuperi del 29 dicembre e 6 gennaio non si sono giocati, forse si doveva interrompere anche prima. Ma a mio avviso si dovrebbero bloccare gli allenamenti. Non avrebbe senso altrimenti, perché il gruppo squadra sarebbe a contatto, nonostante le precauzioni. Non è un problema solo del calcio giocato, forse servirebbe un qualcosa di mirato in tutti i contesti di vita. D’altro canto, su una rosa di 20 giocatori con qualche contagiato diventa impossibile scendere in campo. E’ una situazione delicata, ed in molti hanno lasciato, giustamente, perché non ci si può permettere di scherzare con il Covid. Gli allenamenti non vengono fatti bene, ed in partita ci sono scontri di gioco ed infortuni aggravati dal fatto che i giocatori non sono in condizioni ottimali. Molte volte si prepara l'incontro più pensando alle precauzioni, a stare attenti, ai distanziamenti. Una volta si andava al campo con la voglia di divertirsi, adesso sta diventando un pensiero, un peso. Lo vedo in tanti calciatori, specialmente tra i più adulti. Alcuni hanno lasciato il calcio, in tanti ci stanno pensando. Non c’è più quel divertimento che c’era una volta”.

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