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09 Aprile 2025
Antonio Maccioni e Daniele Tomassini (©Maremmana)
L'attaccamento alla maglia è un concetto che nel calcio va sempre più perdendosi. Ci sono però realtà che su tale principio fondano la loro stessa esistenza: uno di questi casi è quello della Maremmana. Domenica scorsa la formazione di mister Giorgio Alessandrini ha disputato il big match con il Castel Sant'Elia (finito 1-1) ritrovando in campo due giocatori simbolo che nelle passate stagioni avevano deciso di lasciare il calcio giocato, pur rimanendo nei ranghi del club con incarichi tecnici. Nel momento di necessità, però, sia capitan Antonio Maccioni che Daniele Tomassini non ci hanno pensato due volte a mettersi a disposizione tornando ad indossare divisa e scarpini per dare il proprio contributo.
Il ritorno del capitano Ad un quarto d'ora dal termine Maccioni è stato chiamato in campo per sostituire il compagno Giorgio Chiaranda, tornando a provare le emozioni del campo dopo l'addio della scorsa estate a cui è seguito l'incarico di allenatore in seconda della juniores bianconera: "Sto passando un momento delicato - spiega l'ex capitano - e non conosco sfogo migliore di un campo di calcio. E poi quando la Maremmana chiama difficilmente riesco a dire di no, soprattutto in una situazione di emergenza come quella che sta vivendo la squadra in questo momento. Non nascondo che mi abbia fatto piacere che alcuni ragazzi mi abbiano contattato per andare a dare una mano, soprattutto mi riferisco a Chiaranda, amico di una vita a cui ho lasciato in eredità la fascia da capitano. In campo ho visto una squadra compatta e forte nonostante le numerose assenze: forse questa è la rosa più competitiva della Maremmana che ho visto nei miei 12 anni qui. E lo confermano la situazione di classifica e la qualificazione ai quarti di Coppa".
Guida in panchina Daniele Tomassini, invece, era lontano dal calcio giocato da una stagione e mezzo. Non aveva però abbandonato la prima squadra della Maremmana, visto che il suo ruolo attuale è quello di secondo al fianco di mister Alessandrini. Lui ha scelto di non scendere in campo, vista l'assenza per squalifica del tecnico, ma comunque ha accettato di mettersi a disposizione delle esigenze della squadra: "Avevamo tante assenze, quindi ho svolto le visite per ricevere il nulla osta per poter, in caso di necessità, tornare a scendere in campo. Ricoprivo comunque il ruolo di allenatore, dunque non credo che mi sarei chiamato in causa se fosse stato necessario: abbiamo portato con noi dei ragazzi della juniores, sarebbe stato scorretto togliere spazio a loro. Ad ogni modo, c'era bisogno di un numero adeguato di giocatori da portare ad una sfida importante come quella con il Castel Sant'Elia, dunque non ho fatto mancare la mia disponibilità al club nel momento del bisogno". L'attaccamento alla maglia è esattamente questo.
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