beach volley
Daniele Lupo si racconta, un mese dopo l'argento di Rio
Il beacher cresciuto sul litorale laziale parla della sua esperienza olimpica e di quello che è successo dopo la vttoria della medaglia
Un mese fa i nostri azzurri Lupo-Nicolai conquistavano la medaglia d’argento alle olimpiadi di Rio dopo aver perso in finale contro i padroni di casa Alison-Bruno. Daniele, che ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo della beach volley proprio nelle spiagge del litorale laziale, è tornato alla sua vita, tra shopping, amici e, ovviamente, sport. “Quando non mi alleno mi piace fare shopping e ogni volta che posso vado al mare a giocare a beach volley con gli amici, si torna sempre li (ride, ndr). Mi piace giocare a calcetto e paddle, faccio surf molto spesso e ascolto tantissima musica”.
19 Agosto 2016 “E’ passato un mese, ma sono sempre me stesso, un ragazzo come tanti a cui piace stare con gli amici e giocare a beach volley. Il nostro argento ha portato ad una maggiore conoscenza di questo sport, molto spesso vengo fermato per strada, mi salutano con entusiasmo, mi ringraziano per averli fatto ammirare il beach volley. La cosa più difficile a Rio era mantenere alta la concentrazione, si giocava un giorno si e uno no, il rischio era di calare psicologicamente, ma fortunatamente abbiamo sempre tenuto bene".
Italia vs Italia “La partita contro Carambula-Ranghieri è stata molto particolare, non siamo compagni di squadra, quanto piuttosto di bandiera, non ci allenavamo insieme. Era una partita difficile, ma noi volevamo assolutamente vincere per raggiungere l’obiettivo che ci eravamo imposti e alla fine ce l’abbiamo fatta"
Argento "Partiamo dal presupposto che la medaglia olimpica non ha colore, è unica. Dispiace per l’oro perché da atleta e agonista ho perso una gara, noi giochiamo sempre per vincere, scendiamo in campo per quello e c’è un po’ di rammarico, ma siamo molto contenti di aver conquistato l’argento. Vestire la magli azzurra è bellissimo, tutta l’Italia era con noi a Rio: certo una grande responsabilità, ma allo stesso temo divertente. Non eravamo mai soli in campo”.