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L'INTERVISTA
13 Giugno 2019
Lorenzo Germani a braccia alzate sull'arrivo in Corso Volsci a Sora
Mezzo secolo fa i Beatles incidevano "Get back". Il 9 giugno 2019 Lorenzo Germani è tornato con il suo stile inconfondibile: un frullato di coraggio, resilienza, tempismo e forza. Ha ripreso il viaggio e firmato l'impresa sulle strade di casa: "La Ciociarissima" di Sora, l'inizio del secondo tempo del talento di Roccasecca. Più forte della sfortuna che a gennaio in allenamento gli ha giocato un brutto scherzo con la frattura del femore, Lorenzo si è attaccato addosso la sua unicità, il piacere di divertisi in bici e di stupire: "Vedere il proprio nome in un albo d'oro è sempre bellissimo. Vederlo su quello della "Ciociarissima", per me che sono un ciociaro doc, è una cosa molto bella e spero sia di buon auspicio". Campione italiano a cronometro Allievi nel 2018, Germani al secondo passaggio sulla salita decisiva ha provato il tutto per tutto: "Nel primo tratto ho visto che c'era un po' di studio e allora ne ho approfittato. Fino a Pescosolido ho gestito perché sapevo che fosse ancora dura e lo strappo fino a Campoli presentava pendenze impegnative. Li ho dato il massimo e ho ripreso il fuggitivo, una volta scollinato era difficile che mi venissero a riprendere". Nella testa del corridore che a molti ricorda Maurizio Fondriest per i lineamenti, scorre un fiume di pensieri, di ricordi, di ostacoli superati con la fermezza e la maturità di chi non si arrende mai: "In poco più di un mese sono riuscito a fare un bel passo in avanti. Mio padre Maurizio è stato molto importante per me e mi è stato molto vicino fin da subito. Mi ha aiutato in ogni momento in cui ero giù di morale e non mi ha fatto sentire mai solo. La prima corsa è stata molto difficile perché il ritmo era molto alto e io non ero abituato, ma gara dopo gara sono sempre migliorato e non mi sono mai lasciato prendere dallo sconforto perché sapevo che sarebbe stata solo una questione tempo". Prima vittoria tra gli juniores e una gran voglia di continuare al meglio l'avventura in Toscana con la maglia del Working Service Romagnano, un percorso che tra cadute e ripartenze lo avvicina a un mito delle due ruote: "Pantani era un fenomeno. Ho visto molti video delle sue imprese e continuo a guardarli e a leggere i suoi libri. Non ho un ciclista che mi ispira più di tutti perché in parte conosco la fatica che ognuno mette sulla bici e perciò li ammiro". Nella regione del ciclismo per antonomasia, Germani ha ora le chance di alimentare i suoi sogni: "Mi trovo benissimo in questa squadra, è la mia seconda famiglia e Matteo (il Direttore Sportivo, ndr) è prima di tutto una bravissima persona e poi un grandissimo allenatore. Mi fido molto di lui ed è anche grazie a lui che mi sto riprendendo. A Massa ho trovato la mia seconda casa e sono sempre più soddisfatto della mia scelta. Dedico la vittoria a tutti quelli che mi sono stati vicino". Quando l'uomo avverte dentro di sé il vento forte di nuove pagine, non si volta indietro a guardare. Germani is back.
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