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L'intervista
25 Settembre 2020
La cultura dello sport, con tutto quello che rappresenta concretamente e idealmente, non viene seminata e curata soltanto dalle grandi federazioni sportive, ma anche dal capillare e scrupoloso lavoro degli enti di promozione sportiva di caratura nazionale, come la Libertas. Parliamo in questo caso di una vera e propria istituzione fra gli enti, nata addirittura nel 1945, in un dopoguerra in cui si avvertiva forte e lampante la necessità di ricostruire un tessuto sociale, anche attraverso la pratica sportiva. Da allora la Libertas è stata infaticabile nella sua opera e missione di "portare lo sport sul territorio, promuovendo e organizziamo attività sportiva con l’obiettivo di avvicinare ogni giorno i cittadini alla cultura del benessere", come si legge sul loro sito ufficiale (clicca qui per scoprirlo). Ma al giorno d'oggi è delicato il momento attraversato dalla Libertas, scivolata di diverse posizioni in basso nella graduatoria degli enti di promozione sportiva, dove sembra soffiare la voglia di una ventata di aria nuova: ne abbiamo parlato con Enzo Corso, presidente da più di dieci anni dell'ente nella regione Lazio e ora candidato per la presidenza nazionale. "Sono sempre stato uno sportivo", ci spiega Corso, "un atleta fin da bambino, poi un allenatore, infine un dirigente. Le mie esperienze mi hanno portato a credere molto della forza e nell'importanza di avere un gruppo saldo alle spalle, per questo mi sono fatto portavoce di un'esigenza generale di cambiamento all'interno della Libertas, candidandomi per la presidenza nazionale. Abbiamo prodotto un programma che ci sembra assolutamente valido, vogliamo provare a cambiare le cose: Il nostro ente infatti sta attraversando una fase di stanca in questo periodo. In seguito al momento di crisi generale, al Covid, all'aumento dei costi e ad alcuni cambiamenti all'interno del mondo della scuola, c'è stato un graduale distacco crescente tra noi e il tessuto sociale. Il nostro obiettivo, mio e del gruppo di persone che ho alle spalle, è quello di ripristinarlo, di ridare brillantezza al mondo amatoriale e al rapporto con famiglie e ragazzi". Nella regione Lazio, dove Corso è stato a lungo presidente, la Libertas si è tolta diverse soddisfazioni. "Beh, negli anni della mia gestione il numero di società a noi affiliate è quasi raddoppiato, passando dalle 250 alle 450 unità. Abbiamo anche puntato molto l'attenzione sul sociale, organizzando attività nelle carceri, con i ragazzi disabili, e finalizzate a venir incontro a famiglie non benestanti". L'assemblea elettiva è dietro l'angolo. "Non sarà facile competere con Luigi Musacchia, una persona stimabile, presidente nazionale della Libertas da un ventennio oramai. Convincere i delegati sarà una sfida impegnativa, ma siamo sicuri della solidità delle nostre idee, abbiamo l'intenzione di rinnovare l'ente sotto tutti i punti di vista e, soprattutto, di adeguarci al nuovo contesto in cui ci troviamo ad operare al giorno d'oggi. Non siamo rimasti soddisfatti infatti del modo di gestire il post Covid da parte della vecchia presidenza: pensiamo si possa fare molto di più".
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