Intervista

Vallerano, intervista al direttore sportivo Alfredo De Luca

Parla il dirigente capitolino: "Abbiamo realizzato in modello ideale e di grande valore"

Intervistiamo il direttore sportivo del Vallerano, Alfredo De Luca.


Ci parli innanzitutto della sua figura all'interno della società.

In una società in via di strutturazione non sempre è possibile avere dei ruoli ben definiti e spesso il presidente assume di fatto anche la funzione di amministratore, in parte anche di tecnico e di dirigente unico.

Poi la società cresce e si dà una struttura organizzativa e si fa strada l'esigenza di una migliore divisione dei compiti e delle responsabilità. Rappresento un p questo passaggio "epocale", da tifoso pieno di buona volontà a dirigente sportivo, essendo stato ora investito dalla Società del compito di concorrere alla decisione degli assetti, delle strategie e degli obiettivi del Vallerano Futsal.

 

Dove pensa possano arrivare le varie categorie, visto che la maggior parte sono in corse per le parti nobili della classifica? 

Non è retorica nè superbia nè immodestia se affermo che al Vallerano Futsal, complessivamente, non siamo affascinati dalle classifiche. Anche se è ovvio che perseguiamo tutti insieme obiettivi di crescita e di successo sportivo. Ma altri sono gli obiettivi perseguiti dalle persone che oggi costituiscono il Vallerano: persone che hanno maturato, nel corso degli anni, non solo diverse esperienze sportive ma anche diverse esperienze sociali. L’obiettivo è di avere un gruppo che possa garantire continuità nel tempo a un progetto sportivo formativo giovanile.

Questa idea nasce dalla consapevolezza che ci sono tanti possibili destinatari che attendono un progetto sportivo concepito a loro misura, che li aiuti a crescere come individui, come cittadini e come atleti. Gli obiettivi puramente agonistici e selettivi non rientrano fra quelli fondamentali della società.

 

Come giudica il lavoro degli allenatori e il loro rapporto con i ragazzi?

Quest'anno si è realizzato un modello che non ho timore a definire ideale e di grande valore: tutti gli allenatori sono anche i calciatori della prima squadra impegnata nel campionato di serie D. In questo modo i ragazzi delle rappresentative hanno la possibilità di vedere i loro insegnanti all' opera, attivando un circuito virtuoso a 360 gradi che pone al centro dell'attenzione il calcio a 5. Secondo me un'esperienza unica che ha una grossa valenza anche tecnica.


Pensa che si possa crescere anche a lungo termine, quindi allargando il raggio di azione magari a due o tre anni. E eventualmente dove e come si può migliorare?

Credo che la continuità nel tempo di questo progetto possa essere garantito da quegli ex giocatori, che hanno trovato la propria realizzazione umana e sportiva proprio tramite l’esperienza agonistica, ed intendano mettere a disposizione degli altri, dei più giovani, il loro tempo, la loro competenza e le loro capacità.

Una società sportiva dove gli adulti si interessano della promozione umana e della crescita dei giovani. 

This page might use cookies if your analytics vendor requires them.