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TdR, bilancio positivo per le nostre Rappresentative

Uno scudetto, una finale e due semifinali: il movimento giovanile laziale si conferma sempre al vertice ed i margini di crescita sono ancora ampi

29 Marzo 2016

I Giovanissimi di Calabria sono campioni d'Italia (Foto © Cassella/Divisione Calcio a 5)

I Giovanissimi di Calabria sono campioni d'Italia (Foto © Cassella/Divisione Calcio a 5)

I Giovanissimi di Calabria sono campioni d'Italia (Foto © Cassella/Divisione Calcio a 5)

Con il Torneo delle Regioni, il primo interamente dedicato al calcio a 5, ormai alle spalle è tempo di stilare un bilancio della spedizione laziale in Valle d'Aosta. Una settimana che ha portato grandi soddisfazioni alle nostre rappresentative, rientrate con uno scudetto, una finale e due semifinali perse ai rigori. Il tutto con tre nuovi allenatori sulle panchine per dare vita ad un nuovo progetto tecnico. E se il buongiorno si vede dal mattino...

Il bilancio è positivo, ma il risultato non deve trarre in inganno. Gli ottimi risultati ottenuti dalle nostre rappresentative sono lo specchio della bontà del lavoro portato avanti in questi mesi dalle società sportive. Risultati che potrebbero crescere ulteriormente se il Comitato iniziasse a considerare il calcio a 5, che può vantare numeri sempre più importanti, non più uno sport di Serie B.


David Calabria (© Cassella/Divisione Ca5)

Giovanissimi Partiamo dalle notizie più liete. La selezione di David Calabria ha infatti messo le mani sullo scudetto, conquistando il primo titolo della categoria, dopo due semifinali e una finale. Lo scorso anno i Giovanissimi si erano fermati proprio nel match conclusivo, subendo un pesante passivo dalla Sicilia. Sicilia che ha rappresentato il primo ostacolo di quest'anno. Il 2-0 in favore di Quagliarini e compagni è stato il primo tangibile segno di una selezione destinata a dominare il torneo. Dopo aver stravinto il girone di ferro, che comprendeva anche Veneto e Basilicata, i ragazzi di Calabria non hanno lasciato nulla agli avversari. Lo scudetto di quest'anno è quindi il frutto di due anni di lavoro e non di un exploit improvviso. Lo ha spiegato lo stesso Calabria dopo la vittoria, ricordando la finale persa lo scorso anno: “Nella finale del 2015 avevo chiamato time out ad un minuto dalla fine ed ho detto ai ragazzi: conservate le lacrime ragazzi miei, perché quelle che oggi sono lacrime di dolore, domani saranno lacrime di gioia”. Aveva ragione lui. Chapeau!


Tiziana Biondi

Femminile La selezione in rosa era quella che nascondeva, almeno sulla carta, maggiori incognite. Alla guida delle ragazze si è insediata in autunno Tiziana Biondi, vero e proprio volto nuovo delle rappresentative. Incognite dissipate già alla prima uscita contro una squadra importante come il Veneto, a cui sono state rimontate ben tre reti di vantaggio per ottenere un pareggio prezioso. Quindi hanno fatto seguito una vittoria di misura sulla Campania e la goleada contro la Calabria. Squadra nuova ma già di carattere, capace di fare fuori anche la Lombardia prima di cedere in semifinale contro le padrone di casa. Una sconfitta arrivata solamente ai calci di rigore, dopo essere state sempre avanti nel punteggio. Una gara equilibrata, decisa dalla giocate del capitano piemontese in grado di sparigliare la situazione di stallo. Dal dischetto, poi, è impossibile fare pronostici e le nostre ragazze si sono dimostrate meno fredde delle avversarie.


Salvatore Corsaletti (© Cr Lazio)

Juniores Lo stesso discorso della femminile si può fare anche per la selezione maggiore alla cui guida, dopo due scudetti con gli Allievi, si è seduto Salvatore Corsaletti. L'obiettivo, ambizioso, era quello di riportare nel Lazio un titolo che manca dal 2005. Il girone di qualificazione e la gara dei quarti di finale avevano fatto ben sperare: quattro gare vinte e stravinte senza alcuna difficoltà. Contro la Puglia ancora una volta la formazione di Corsaletti, soprattutto nel secondo tempo, ha preso in mano la partita senza però riuscire a trovare il meritato gol vittoria. Gara che si è quindi decisa ai rigori dove, dopo 8 penalty a testa, ad esultare sono stati i pugliesi. Rimane il rammarico per una finale alla portata, ma la soddisfazione per un torneo che ha messo in mostra giovani talenti di futuro avvenire. Il rischio, però, è di perderli l'anno prossimo per il passaggio di molti di loro nei campionati nazionali, rendendo quindi impossibile la loro futura convocazione. Proprio questo è l'aspetto che più penalizza la selezione maggiore ogni anno, con un lavoro che, salvo rari casi, pecca di continuità. Un esempio è la generazione degli Allievi che ha vinto, proprio con Corsaletti in panchina, due titoli consecutivi. Praticamente nessuno di loro ha poi potuto indossare la maglia della Rappresentativa Juniores per il passaggio in formazioni impegnate nei campionati nazionali.


Silvio Crisari (© Gazzetta Regionale)

Allievi L'ultimo capitolo riguarda la selezione dei '99 di Silvio Crisari, che ha avuto l'onore della diretta televisiva. Sugli Allievi era presente la pressione maggiore, visti i tre titoli consecutivi, ma è altrettanto vero che anche in questo caso la formazione che si è presentata in Valle d'Aosta era quasi completamente rinnovata rispetto al passato. Dopo un girone complicato ed equilibrato, passato comunque come prima in classifica, la selezione di Crisari ha demolito Sardegna e Piemonte prima della finale. Una finale trasmessa in diretta televisiva e che si è conclusa amaramente in favore del Veneto, che si è imposto 3-2. Gara equilibrata e decisa dalla dea bendata che ha deciso di posare la sua ala benevola sui ragazzi di Jimenez.


Mamma Rai Un capitolo a parte lo voglio spendere sulla diretta che la televisione di stato ha deciso di dedicare alla finale dei '99. Una vetrina importante per uno sport in crescita e per dei ragazzi che non sono abituati alla ribalta televisiva. Partiamo dal presupposto che, per problemi di spostamento, la telecronaca è stata effettuata da Roma, o da un luogo diverso rispetto al palazzetto di Courmayeur. Questo comporta, chiaramente, una difficoltà di lettura delle situazioni che avvengono in campo ed è quello che puntualmente è avvenuto anche nella finale di sabato. Proprio per questo sarebbe indicata una maggiore cautela nel commentare quanto avviene sul rettangolo di gioco o nel giudicare le scelte dei tecnici. Un esempio, senza bisogno di citarli tutti, criticare la scelta di Crisari di non schierare il portiere di movimento nelle ultime battute del match. A parte che il gol di Leandri che riapre la gara arriva senza il portiere di movimento, altrettanto chiara diventa la scelta del tecnico di schierarsi con il doppio pivot, e non con il portiere di movimento, nel tentativo di prendere il sesto fallo, con il Veneto a quota cinque e non a quota tre come indicato dalla errata sovrimpressione della regia. Un aspetto chiaro a Courmayeur, un po' meno da uno studio televisivo a diversi chilometri di distanza.

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