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Intervista

Dopo 14 anni, Luigi Carliseppe lascia la Carlisport Cogianco

Si chiude un'era nel calcio a 5 nazionale: il presidente castellano spiega i motivi della sua scelta

23 Giugno 2016

Luigi Carliseppe (© Divisione Calcio a 5)

Luigi Carliseppe (© Divisione Calcio a 5)

Luigi Carliseppe (© Divisione Calcio a 5)

Nei Castelli Romani, quattordici anni fa nacque la Carlisport Calcio a 5, una realtà sportiva che negli anni ha saputo distinguersi su palcoscenici di livello nazionale portando in alto il suo nome ed i valori dello sport. E questa società ha un artefice: il Presidente Luigi Carliseppe che si è sempre dedicato alla sua Carlisport con passione e professionalità.

A distanza di quattordici anni, il Presidente Carliseppe decide di lasciare e, ripercorrendo la storia della società, racconta i motivi della sua scelta.

 

Presidente Luigi Carliseppe, immaginiamo che la sua decisione non sia stata semplice da prendere ma a quali cause si può ricondurre la sua scelta di lasciare la Carlisport Cogianco?

“Dopo quattordici anni ricchi di emozioni forti, positive e negative, vissute tutte a testa alta, dico ‘basta’! Per motivi familiari e personali, negli ultimi tempi non sono riuscito più a seguire le attività né tantomeno a trovare gli stimoli giusti per divertirmi e sentirmi parte integrante del progetto societario. Nonostante ciò, ho sempre rispettato la parola data così come gli impegni presi andando ben oltre le mie possibilità, ma non vivendo più questa esperienza con l’entusiasmo di prima, ho preso questa decisione.”

 

Nel 2002 si aprì uno scenario nuovo: la Carlisport. A distanza di quattordici anni, si rende conto della grande impresa che ha realizzato?

“Iniziammo quasi per gioco. Nel 2002, da un paio di anni effettuavo l'iscrizione ad una squadra che con il nome della mia attività partecipava a tornei amatoriali di calcio a cinque, conseguendo ottimi risultati. Era una squadra composta da bravi ragazzi ed è stato poi un piacere diventare il Presidente della Carlisport Calcio a 5, iscritta in serie D. Da quel momento abbiamo vissuto mille storie insieme. Passavano gli anni e diventavamo sempre più professionali, ma meno ‘gruppo di amici’.”

 

C'è stato un momento in questi quattordici anni in cui si è detto “ecco, questo è il motivo per il quale ho voluto creare la Carlisport”?

“Ho provato grande soddisfazione quando nel giugno 2015 l’Under 21 si è laureata campione d'Italia e per quel risultato non smetterò mai di ringraziare quei ragazzi, ma il ‘momento’ è la data del 31 maggio 2014, giorno della vittoria dei playoff di serie B. Quella è stata la vittoria di tutti: vedere la felicità negli occhi delle persone che hanno dedicato ore, giorni, mesi e anni per la crescita della mia società e sapere che tutte le persone che avevo intorno erano orgogliose di stare lì, è stato per me motivo di orgoglio, probabilmente il più grande.”

 

Una società strutturata con professionalità e competenza ma che si è sempre contraddistinta per la sua realtà di tipo familiare e che dalla serie D è arrivata fino alla A2, qual è stata la sua forza?

“Veramente siamo arrivati fino alla serie A1, ma capisco che l'idea di ‘familiare’ della Carlisport venga associata fino alla storica promozione in A2 della stagione 2013/’14. Probabilmente la forza è stata proprio questa, ossia la realtà familiare. Non riesco a ricordare una sola persona che non stesse bene nel nostro ambiente.”

 

Ad un giovane Carliseppe intenzionato a voler creare una struttura come quella che lei ha consolidato negli anni, cosa consiglierebbe?

“Di lasciar stare (ride, ndr). A parte gli scherzi, suggerisco di provare a fare tutto quello che ho fatto io, con spirito goliardico, di gruppo e con allegria; consiglio inoltre di vivere tutte le emozioni, ma solo fino al momento in cui ci si diverte davvero.”

 

Con il suo addio finisce un’era. La Carlisport di Carliseppe, se dovesse raccontarla e riassumerla, che cosa è stata?

“Un modo di fare calcio a cinque, quasi uno stile di vita ‘calcettistico’.”

 

Presidente, con la sua uscita dai quadri dirigenziali della Carlisport Cogianco, la società manterrà comunque il nome “Carlisport” all’interno della sua denominazione?

“No, ho chiesto formalmente ai soci di rimuovere la parola ‘Carlisport’ dalla denominazione della società e di cambiare, al contempo, la sede sociale in quanto, uscendo dall’intera organizzazione, non ritengo giusto né opportuno che un termine strettamente legato alla mia persona figuri ancora.”

 

Siamo giunti al tempo dei saluti nel quale è consuetudine rivolgere dei ringraziamenti. I suoi a chi li dedica?

“Voglio ringraziare tutti: atleti, staff, dirigenti, soci, ma anche la Federazione, i media e tutte quelle persone che hanno ricoperto un ruolo nella mia grande famiglia. Da adesso in poi altre persone guideranno quella realtà che deriva dalla mia società e a loro vanno i miei auguri per un futuro ricco di grandi emozioni e soddisfazioni.”

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