l'editoriale
Torneo delle Regioni 2024: è tempo delle riflessioni
Mettiamo subito le cose in chiaro. Il Torneo delle Regioni del Lazio è stato un fallimento. Senza se e senza ma. Non un disastro, ma non bisogna cercare alibi o attenuanti, che ci sono, ma che non possono bastare. Lo dice la storia. Lo dice il blasone del nostro movimento. Lo dice il medagliere, che vede il Lazio ancora come squadra più titolata. Una semifinale, un quarto di finale e due eliminazioni al girone non possono bastare. E’ sufficiente pensare che a partire dal 2013, anno in cui hanno esordito Under 15 e Under 17, solo una volta siamo tornati a casa senza scudetti, nel 2019, ma in Basilicata portammo tutte le squadre alla seconda fase, con la Femminile che arrivò fino all’ultimo atto (due semifinali ed un quarto le altre categorie). Un’esperienza che dimostra che si può fare bene, anche in assenza di titoli. Non è il caso della trasferta calabrese, che ha sancito un deciso passo indietro.
L’Under 15 è stata ancora una volta la migliore, ma senza il miracolo contro il Veneto, anche i campioni in carica avrebbero lasciato subito la Calabria. L’Under 19 paga dazio di fronte alle 28 squadre impegnate nei campionati nazionali che, di fatto, prosciugano la categoria, lasciando nel regionale solo i ragazzi non ancora pronti ad eventi di questo tipo. La Femminile ha fatto il suo. Ha lottato, ma senza l’acuto. L’Under 17, inutile nasconderlo, rappresenta la delusione più grande. Una squadra che avrebbe dovuto conquistare, o almeno provarci, la Calabria e che invece si è dissolta alla prima difficoltà, rappresentata da un singolo giocatore veneto.
Problemi? Naturalmente ci sono, ma ci sono anche i mezzi per risolverli. In primis, è impensabile far partire l’attività delle rappresentative a fine novembre. Un ritardo enorme, che porta via raduni, allenamenti e possibilità di preparare al meglio la squadra. Non è un caso che il TdR del Calcio a 11 sia andato anche peggio rispetto a quello del Calcio a 5. Secondo aspetto sul quale intervenire è la formazione dei tecnici, per permettere alle squadre di club di far crescere i propri ragazzi. Ancora oggi sono sempre le solite società, salvo rare eccezioni, a fornire i giocatori alle selezioni. Corsi di formazione e di aggiornamento degli allenatori sono una iniziativa che non può più essere rimandata e che il Comitato deve attuare quanto prima. Un movimento si deve reggere su una base solida, ma in questo momento la nostra sta mostrando qualche crepa di troppo. Una volta c’era l’imbarazzo della scelta per i ct, oggi salvo alcune eccezioni, non è più così. Il vantaggio che avevamo sulle altre regioni non si è solo ridotto, ma completamente annullato.
Cercare alibi sarebbe la cosa più sbagliata da fare per rimanere in queste sabbie mobili dove siamo finiti, ma dalle quali abbiamo tutte le possibilità di uscire. Bisogna fare delle scelte, anche difficili, e rilanciare in maniera decisa il Calcio a 5 laziale che, da sempre, ha fatto scuola: dalle giovanili, i titoli nazionali vinti di anno in anno dai club lo dimostrano, fino alle prime squadre.
Difficoltà nella nostra regione, ma grandi problematiche si sono evidenziate anche nel Torneo stesso, la cui formula andrebbe aggiornata. Con la riforma della Divisione, l’Under 19 ha un bacino di scelta drasticamente ridotto. Sarebbe il caso di alzare l’età di partecipazione, come in passato, o allargare ad alcuni “nazionali” della Serie B la partecipazione. A livello di organizzazione è impensabile formare ancora gironi a tre squadre e ridurre l’avventura di una selezione ad un’unica gara. Anche l’allargamento delle rose a 14 potrebbe aumentare il tasso di spettacolarità e regalare emozioni a più ragazzi. Infine serve un rispetto ferreo delle regole. E’ assurdo vedere in Under 19 o nella Femminile, giocatori di società nazionali. Un fatto vietato dal regolamento, ma che si è verificato. Situazioni che sono state risolte solo nelle ultime gare, nonostante fosse cosa nota già dai gironi.
Anche in un’annata difficile, il TdR ha dimostrato di saper regalare emozioni ed è per questo che il suo spirito deve essere preservato e difeso con forza.