È stata una lotta serratissima quella fra i lavoratori di Roma Multiservizi spa e il Comune, conclamata il 27 maggio e portata alle estreme conseguenze negli ultimi giorni con l’occupazione pacifica dell’aula Giulio Cesare. Ne parliamo al passato perché intorno alle 23 di questa notte la musica è cambiata. Due comunicati, a breve distanza, si affacciano sull’assemblea capitolina scuotendo gli animi dei presenti: dapprima arriva l’attesa risposta del Cns rispetto alla richiesta di reintegrare tutti i dipendenti di Roma Multiservizi, subito dopo tocca a quello congiunto dell’assessore Cattoi con i capigruppo di maggioranza, il coordinatore Panecaldo e la presidente Baglio della Commissione Scuola.
IL COMUNICATO DEL CNSLa risposta, un po’ deludente rispetto alle aspettative, non lascia spazio alle interpretazioni: il Cns "garantirà il passaggio d’appalto ai lavoratori aventi diritto come dal Contratto Nazionale di Lavoro – CCNL – e pertanto non rientrano in tale passaggio i lavoratori con livello occupazionale dal V al VIII e i 175 lavoratori con contratto a tempo determinato"
. Ce n’è, insomma, ma non per tutti. Nulla di nuovo sotto il sole, in molti si aspettavano il fallimento della trattativa e il testo ne avvicina la conclusione.
LA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONI Non tarda ad arrivare, in forma di comunicato stampa, l’esito della capigruppo che dopo il consiglio si è riunita per elaborare il testo del Cns e trarne le dovute conseguenze. Il risultato è breve e conciso: "
La nostra richiesta è sempre stata la garanzia di tutti i livelli occupazionali. Anche in seguito all’ulteriore confronto che abbiamo avuto oggi, constatiamo che la risposta del Cns non soddisfa queste esigenze"
. Poche parole che però lasciano trapelare un concetto ormai ineludibile, pena la perdita totale di credibilità: a questo punto appare scontata la revoca dell’adesione alla piattaforma Consip. Un primo passo per elaborare una nuova strategia e salvare i posti di lavoro a rischio. Ai dipendenti di Roma Multiservizi queste parole sono bastate, nella tarda sera hanno sospeso l’occupazione per brindare alla vittoria, senza però dimenticare che se la battaglia è finita, la guerra potrebbe riservare ancora qualche sorpresa.
Certo, perché ad ogni buon conto nel comunicato la magica parolina “revoca” ancora non compare. Voci di corridoio ci spiegano che il mancato inserimento è dipeso soprattutto dal fatto che in caso contrario sarebbe scattato immediatamente l’obbligo per il Consiglio di elaborare una nuova strategia (un nuovo bando magari?), mentre invece l’Assemblea vuole riservarsi qualche altro giorno di tempo per “riflettere bene”, approntare una soluzione efficace e sistemare le tecnicalità. Presumibilmente il presidio notturno finisce quest’oggi, ma non diamo nulla per scontato fino a che i nuovi atti non saranno resi pubblici.
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