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arte
21 Settembre 2016
Luce, natura, spazio ed eleganza delle forme. Sono questi gli ingredienti che nelle mani di Maria Savino si trasformano nelle singolari ed esclusive opere di Percorsi luminosi, la mostra che dal 22 settembre al 14 ottobre 2016 arricchisce gli spazi della Sala Giubileo presso il Complesso del Vittoriano - Ala Brasini di Roma. Con 23 opere - alcune delle quali realizzate appositamente per l’esposizione romana come quelle della serie Frammenti -, la mostra racconta gli aspetti più significativi dell’evoluzione stilistica e della ricercaartistica in continua trasformazione di Maria Savino (1971, Vimercate), artista poliedrica che ha scelto laluce come medium espressivo principale del suo lavoro.Elemento in grado di valicare confini e barriere spaziali, scevro di alcun limite di intensità emanifestazione emblematica della vita, è la luce che viene qui adoperata come relazione di idee,collegamento tra gli oggetti e amplificatore di concetti.Ad aprire il percorso espositivo, una sequenza dei primi lavori realizzati con lastre in acciaio di forteimpatto visivo (come in Percorsi luminosi rosa e Percorsi luminosi celeste del 2015), possenti e sinuoseforme attraversate da fili di vari colori che si riflettono sulla superficie specchiante dando vita a visioni esensazioni differenti per l’osservatore.In questo continuum cronologico ed evolutivo, l’artista presenta poi installazioni tridimensionali luminosemonocrome, che amplificano le tematiche già evidenziando il percorso di sinaptici collegamenti per un dout des: lavori realizzati con materiali e tecnologia semplici (materiali come fili, lampadine led, sfere inplexiglass, smalti, foto, quotidiani, radiografie e altro ancora), che si presentano al visitatore con sfereluminose su basi uniformi di vari colori, come satelliti dai quali partono fili opachi, come rami divegetazione, segnali di vita. Appartengono a questa sezione opere delle serie Frammenti e Filoconduttore. Fili radicati sorgono e viaggiano su tragitti liberi per relazionare “Mondi” (sfere) e realtàdifferenti (nell’opera Filo conduttore 6 le sfere, come nel sistema Copernicano, orbitano nell’immensogiallo solare come pianeti culturali relazionati da “fili conduttori”).La sfericità rende più limpido il linguaggio eliminando angoli chiusi e reconditi, in cui ogni singolo spazioacquisisce pari dignità indipendentemente da ciò che lo anima e dall’energia che lo fa pulsare. Ilcangiante alternarsi di colori determina, infine, la dialettica (dei fili) tra opposti (Filo conduttore 8, 2016).
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