L'evento

L'Università Cusano e Special Olympics per l'inclusione

Presso l'Aula Magna dell'Ateneo si è svolto il convegno "Sport for inclusion", con la presenza del presidente internazionale si Special Olympics Tim Shriver

L'Università Niccolò Unicusano, da sempre in prima linea nella ricerca scientifica, si schiera ancora una volta al fianco dell'inclusione, della cultura e della solidarietà e lo fa attraverso un convegno dal titolo “Sport for inclusion”. Un incontro che rafforza il ruolo prominente che l'Ateneo romano ha acquisito nel tempo, diventando sempre più un punto di riferimento anche per importanti eventi culturali. L'obiettivo dell'incontro era quello di sensibilizzare i giovani ad andare oltre le differenze e le apparenze, per guardare alle persone e non fermarsi solo all'integrazione, ma di passare al livello successivo dell'inclusione.

L'evento, che si è svolto questa mattina presso l'Aula Magna dell'Università Niccolò Unicusano, è stato organizzato dall'Ateneo e da Special Olympics, programma sportivo internazionale per persone con disabilità intellettive. Un evento a cui hanno preso parte personalità importanti a partire dal presidente di Special Olympic International Tim Shriver. Assieme a lui sono saliti sul palco il Magnifico Rettore dell'Università Fabio Fortuna, il presidente di Special Olympic Italia Maurizio Romiti, la direttrice nazionale di Special Olympics Alessandra Palazzotti e dai due atleti Loretta Claiborne, atleta americana, simbolo e ambasciatrice Special Olympic a cui la Disney ha anche dedicato un cartone, e l'atleta azzurro Filippo Pieretti.


Il convegno. Ad aprire la giornata, come di consueto, è stato il Magnifico Rettore Fabio Fortuna: “Bisogna ricordare che serve entusiasmo in tutte le cose e questi atleti ne sono la testimonianza. Non tutti siamo fortunati, ma dobbiamo imparare da coloro che hanno avuto una condizione iniziale di difficoltà”. Dopo il Rettore ha preso la parola il presidente di Sport Olympics Italia Maurizio Romiti, che ha messo in evidenza le difficoltà che ogni giorno l'associazione deve affrontare per poi lanciare un messaggio di speranza: “L'incontro con persone con disabilità intellettiva rappresenta un'opportunità di crescita. Bisogna cambiare le cose affinché le persone in difficoltà abbiano pari dignità e opportunità e lo sport è il campo migliore per riuscirci”.


Shriver. L'intervento più atteso è stato certamente quello di Tim Shriver, presidente di Special Olympics International: “Lo sport per l'inclusione – ha esordito Shriver – può sembrare un'idea strana, ma è con lo sport che si possono cambiare la struttura sociale e sanare le ferite della società”. Quindi è passato alla presentazione del suo libro “Pienamente vivi”, un libro che “non vuole dare delle risposte, ma che vuole domandare a tutti: cosa vi fa sentire veramente vivi?”. Una risposta che Shriver ha voluto condividere con gli studenti: “La mia esperienza con atleti Special Olympics è stata un modo per iniziare un percorso che mi ha portato ad aprire la mia anima e a sentirmi più vivo. Ho imparato a guardare le cose da una prospettiva diversa, perché spesso, quando vediamo le persone, guardiamo le cose sbagliata e forniamo giudizi sbagliati. Il messaggio di Special Olympics è quello di guardare oltre e di cercare l'anima della persona che abbiamo di fronte”. Un messaggio che il presidente ha voluto rafforzare anche attraverso l'uso di alcune immagini tratte dalle Special Olympic passate. In particolare tramite la foto di un'atleta africana di 12 anni sorridente, al termine di una gara conclusa al settimo posto: “La definizione di grandezza è data dal meglio che tu puoi fare – ha continuato Shriver – Se ti impegni e raggiungi il massimo e dai il massimo, allora avrai raggiunto la grandezza”. Quindi Shriver ha rilanciato: “Una delle sfide maggiori è quella di superare gli atteggiamenti di esclusione delle persone, quelli che chiamo “atteggiamenti di distruzione di massa” e rivolgendosi direttamente agli studenti ha aggiunto: “I problemi che incontrerete nella vita non dipenderanno dalle armi, dagli stati o dalle nazioni, ma dalla paura della differenza”. “Gli Special Olympic, che molti confondono con le Paralimpiadi, non si tengono una sola volta, ma ogni anno sono circa 108mila gli eventi organizzati”. In conclusione Shriver ha voluto ricordare che : “Special Olympics è un movimento di persone con disabilità che non vogliono aiuto, ma che ci chiedono di unirci a loro per creare una comunità inclusiva. Se vivremo a lungo, tutti noi avremo a che fare con una disabilità. Quasi un miliardo di persone nel mondo ne è affetta. Io preferisco parlare di diverse abilità perché ognuno di noi è un mix di abilità e problemi e il movimento ha bisogno di tutti ma, soprattutto, di persone pronte ad agire”.


La conclusione della giornata è stata riservata ai due atleti intervenuti, Loretta Claiborne, vera e propria ambasciatrice di Special Olympics nel mondo, che ha raccontato la sua storia personale. Una storia fatta anche di pregiudizi e difficoltà, e dell'italiano Filippo Pieretto, che ha spiegato come lo sport sia stato, e sia ancora importante per trovare le certezze necessarie per affrontare le difficoltà della vita.

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