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Musica
16 Gennaio 2017
Un bel concerto händeliano è in programma stasera, lunedì 16 gennaio, alle 20.30 all’Auditorium (Sala Santa Cecilia), nell’ambito della stagione ceciliana da camera: Federico Maria Sardelli, già qui l’anno scorso per un omaggio a Lully, alla testa dell’Accademia Barocca e del Coro di Santa Cecilia dirige un florilegio della produzione “italiana” di Händel, quella nata intorno al 1707 quando il giovane Sassone fu attivo nella penisola e a Roma in particolare. Anni fondamentali per l’evoluzione della scrittura di Händel, soprattutto nel trattamento degli archi e del canto: gli influssi italiani – a inizio ‘700 la civiltà strumentale e la vocalità del Bel Paese facevano da bussola ad ogni musicista europeo di qualche ambizione – marcarono in modo indelebile la costruzione sonora händeliana. Il maestro di Halle si lasciò sospingere verso una nuova cantabilità e una marcata immediatezza melodica, fondendole con le matrici “severe” e contrappuntistiche del Nord. Un’inclinazione facilmente rilevabile nell’Händel operista ma anche autore di oratori e pagine da camera.
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