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gioco
02 Agosto 2017
Una ventata di novità si appresta a sconvolgere il settore italiano del gioco d’azzardo. Dopo la manovrina, che di fatto non intaccava la struttura del gambling, il governo ha deciso di passare direttamente al controllo sul numero di apparecchi installati sul territorio. Una mossa che calma chi ha contrastato il fenomeno dell’azzardo, ma può destare preoccupazione agli addetti ai lavori. Soprattutto in regioni come il Lazio, che dalle scommesse trovano lavoro per gli abitanti. La nuova legislazione prevede un taglio netto sulla quantità di slot machine e videolottery in tutta Italia. Ad oggi le macchinette sono circa 400.000, ma una doppia riduzione porterà cambiamenti sostanziali nel settore e nell’industria. Il primo step vedrà i suoi risultati definitivi alla fine del 2017, quando il numero scenderà a 345.000. Entro l’inizio di maggio 2018 invece si completerà il ridimensionamento, portando il numero a 265.000. In tutto la riduzione sarà del 33%, con interesse soprattutto sulle aree urbane più grandi, dove si concentra il maggior numero di giocatori. Lo confermano gli ultimi dati relativi all’azzardo pubblicati su gamingreport.com, che vogliono Napoli la città più spendacciona, con una spesa vicina ai 360 milioni di euro presso le agenzie. Non è lontanissima Roma, che si deve però accontentare della seconda posizione. Nonostante una presenza massiccia di slot machine, circa 20.000 tra la capitale e la periferia, il suo volume di gioco supera di poco i 200 milioni di euro. Milano completa il podio, confermando il dominio delle metropoli italiane sulle aree periferiche, anche se vicine ai casinò. La graduatoria non varia se si prendono in considerazione i parametri riguardanti l’online, dove sono sempre Napoli, Roma e Milano a dominare. La capitale italiana però potrebbe pagare a caro prezzo l’azione combinata di Stato e regione.
Il decreto del governo infatti arriva poco dopo una precedente decisione del consiglio regionale, pronto a lanciare un piano d’emergenza contro il gioco d’azzardo patologico. In questo caso, è bene specificarlo, l’obiettivo non è tanto ridurre la possibilità di scommettere, ma contenere la quantità di puntate effettuate dalla stessa persona. Con questo scopo è stata varata la manovra per proteggere gli affetti dal GAP, stanziando addirittura 14 milioni di euro.
La maggior parte del denaro previsto sarà utilizzato dai servizi sociosanitari, che potranno così riconoscere e aiutare i casi di malattia più pericolosi. Il problema è infatti spesso l’ammissione del proprio problema, in una tendenza a isolarsi dalla vita sociale e dagli affetti dei familiari. Quasi 3 milioni invece andranno agli sportelli no slot, aiutando con sgravi fiscali gli esercenti che rinunceranno ad avere le macchinette. Il resto del denaro verrà speso per applicare la legge regionale del 2013 e per istituire un Centro specifico per occuparsi dei casi più impegnativi. Tutti provvedimenti che non si scontrano con quanto deciso dallo Stato, e miravano a mantenere in piedi il settore dell’azzardo, molto utile per la regione nel mantenimento di posti lavoro. Il rischio è di sacrificare tanti stipendi per salvare quelli dei giocatori incalliti. Un circolo vizioso che non sembra vicino a una soluzione.
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