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Montefiascone Art Festival: dal 9 al 17 settembre

Parola d'ordine 'contaminazione': una serie di eventi che spazierà in tutti gli ambiti della sfera artistica, tra l'ex carcere e l'Enoteca Provinciale

30 Agosto 2017

Ex Carcere

Ex Carcere

Ex Carcere

Dal 9 al 17 settembre, i luoghi suggestivi dell’ex Carcere, l’Enoteca Provinciale della Tuscia e la Rocca di Montefiascone si fanno terra libera e ricca di arte, sovvertendo la propria originale destinazione d’uso per lasciare ai visitatori orme di storia e di società attraverso la Prima Edizione del M.A.F.Montefiascone Art Festival, promosso dalla Società Sportiva Lazio e dall’Officina d’Arte OutOut e patrocinato dal Comune di Montefiascone, Assessorato allo Sviluppo del Territorio e Eventi e con la collaborazione del Museo della Mente di Roma  e dell'agriturismo Borgo Campanile.


Contaminazione è la parola che contiene sufficientemente e con chiarezza l’importanza che il M.A.F.riserba, in questa prima edizione ed in quelle a venire, all’incontro tra le differenti forme artistiche e lo spazio neutrale nel quale si presenta. Le celle dell’ex Carcere divengono occhi vivi, quelli degli artisti, che dal loro interno, attraverso la propria espressione d’arte, racconteranno vita e accadimenti di alcune tra le persone più importanti della nostra storia: da Oscar Wilde, ad Alda Merini, da Enzo Tortora ad Aldo Moro, da Richard Dadd a Hurrican Carter. Il tutto raccontato attraverso l’Arte, quella da sempre promossa dall’Officina d’Arte OutOut, in grado di abbracciare differenti forme espressive: teatro, cinema, danza, materie plastiche e pittoriche. Il M.A.F. si presenta come un naturale container di cultura dove i visitatori/fruitori non saranno passivi spettatori di accadimenti, ma potranno interagire e sentirsi parte sensibile dell’insolita kermesse. La caratteristica peculiare del Festival è l’essere un progetto “culturale vivo”, interpretando vite del passato dando loro nuova forma, percependone contenuti e aspirazioni per manifestarli e comunicarli attraverso monologhi, interpretazioni di danza, proiezioni, pittura e manipolazioni materiche nei vari spazi “ridisegnati” da artisti provenienti da tutta Italia, fra i quali spiccano Giulia Spernazza, Sergio Cavallerin, Paul Kostabi, per raccontare storie, vicende e persone che con il loro agire hanno lasciato segni e moniti per le generazioni a venire.  L’obiettivo è restituire la libertà privata con l’arte tout court, raccontando le reclusioni forzate e costrittive, figlie di errori giudiziari, che a partire da fine ‘800 e giungendo sino ai nostri giorni, hanno lasciato tracce indelebili nella storia di tutti, dall’altra creare un contatto con il territorio raccontandone sensazioni, emozioni, aspettative.

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