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Day 5 - L'omaggio a Martin Scorsese e al cinema italiano

Il regista americano ha ricevuto il premio alla carriera ed ha ricordati i 9 film italiani che lo hanno influenzato nella sua carriera

23 Ottobre 2018

Martin Scorsese sul red carpet

Martin Scorsese sul red carpet

Martin Scorsese sul red carpet

Martin Scorsese è il vero big della 13ª Festa del Cinema di Roma. Tra tante proiezioni e ospiti eccellenti, il nome del regista ha prodotto probabilmente il maggior eco. Scorsese era già stato a Roma nel 2006, per la primissima edizione della manifestazione cinematografica: all’epoca aveva ‘ingenuamente’ pensato che la sua carriera stesse per concludersi, eppure erano (e saranno) ancora tante le meravigliose pellicole da dare alla luce. Il regista di Taxi Driver, Toro Scatenato, The Departed e tante altre premiatissime pellicole è tornato nella capitale per ritirare il premio alla carriera. Protagonista di un incontro ravvicinato con il publico - con biglietti finiti da settimane - Scorsese ha voluto omaggiare il cinema italiano selezionando i 9 film che più hanno influenzato la sua formazione. Tutte provenienti dal Neorealismo.

La prima clip ha ricordato Accattone di Pier Paolo Pasolini (“L’ho visto a New York, è stato come un lampo per me ma mi ci sono identificato”, ha raccontato). A seguire c’è stato spazio per La presa al potere di Luigi XVI, di Roberto Rossellini (“Riduceva tutto all’essenziale e mi ha ispirato in film quali Toro scatenato e Re per una notte), Umberto D. Di Vittorio De Sica (“Mostra il cambio della società, che non si occupa più degli anziani”), Il posto di Ermanno Olmi, L’eclisse di Michelangelo Antonioni (“Io sono molto energico, molto veloce. Antonioni ho imparato a leggerlo, a guardare più a lungo le immagini. È un’esperienza di cinema diverso”, ha dichiarato Scorsese) e la prima vera commedia, Divorzio all’italiana di Pietro Germi (lo ha studiato per Quei bravi ragazzi, ha rivelato il direttore artistico della Festa Antonio Monda).

Scorsese riceve il premio alla carriera

Il percorso cinematografo targato Scorsese si è concluso con Salvatore Giuliano di Francesco Rosi, che ha fornito al regista l’occasione giusta per ricordare i suoi nonni trasferitisi dalla Sicilia all’America nel lontano 1910, Il gattopardo di Luchino Visconti e Le notti di Cabiria di Federico Fellini (“Un finale commovente, sublime”, ha detto un emozionato Scorsese). Insomma, una lezione di cinema in piena regola che ha tenuto il pubblico dell’auditorium incollato alla poltrona per  quasi 2 ore. In chiusura Paolo Taviani è salito sul palco per complimentarsi con Scorsese per il suo immenso talento nonché per consegnargli l’annunciato premio alla carriera. Una targa simbolica, ma che attesta l’amore (reciproco) tra il grande regista e l’Italia.

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