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ROMAFF13
23 Ottobre 2018
Thierry Frémaux
Quello di Thierry Frémaux è da anni uno dei nomi più pesanti a livello cinematografico. Oltre ad essere il direttore dell’Institut Lumière a Lione è il direttore artistico del Festival di Cannes dal 2001. Insomma, la kermesse cinematografica più importante del mondo è nelle sue mani. Proprio per questo motivo Frémaux ha voluto approfittare della propria presenza alla Festa del Cinema di Roma per ritornare su un argomento che ha causato non poche critiche dopo il Leone D’Oro assegnato a Roma di Alfonso Cuaròn all’ultimo Festival di Venezia: come comportarsi con i film targati Netflix? Il tema è decisamente caldo, al punto da averlo spinto a cambiare il regolamento alla fine del 2017: a Cannes potranno competere solamente lungometraggi distribuiti in sala sul territorio francese. Il motivo si cela nella risposta fornita dallo stesso Frémaux in occasione dell’incontro ravvicinato con il pubblico di martedì 23 ottobre, presso il Teatro Studio Borgna dell'Auditorium Parco della Musica: “Non cambiano i festival, cambia il cinema, che deve reinventarsi. Siamo in un periodo di crisi, di rottura, ma anche di celebrazione. Si sta rimettendo in discussione il ruolo della sala, il rito della visione collettiva, il che porta alla celebrazione dello stesso. Bisogna guardare al futuro, ma anche proteggere ciò che è venuto prima”, ha detto. La posizione di Cannes, insomma, è piuttosto perentoria. Al pubblico italiano Frémaux ha voluto spiegare perché Netflix è diverso dal cinema e le sue parole sono apparse piuttosto polemiche: “Con Netflix si può mettere pausa, andare a prendere una birra dal frigo, dormire e riprendere il giorno dopo. La domanda oggi è: le opere fatte per un servizio come Netflix possono essere considerate cinema? Non ho il coraggio di rispondere, ma è l'interrogativo dei cinefili oggi".
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