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Tavola Rotonda

Gli interventi dei presidenti. Cucci: "Possiamo aiutarvi"

I partecipanti si sono focalizzati soprattutto sulla necessità di abbattere le spese di gestione. Con una certezza in più: saremo la loro voce

12 Aprile 2016

Il presidente del Savio Fiorentini tra il dg e il presidente dell’Urbetevere Stazi e Rapone (© Lori)

Il presidente del Savio Fiorentini tra il dg e il presidente dell’Urbetevere Stazi e Rapone (© Lori)

Il presidente del Savio Fiorentini tra il dg e il presidente dell’Urbetevere Stazi e Rapone (© Lori)


Sicurezza, prevenzione, costi e idee per migliorare il calcio dilettantistico e giovanile. Sono questi gli argomenti trattati in questa prima tavola rotonda organizzata da Gazzetta Regionale: abbiamo dato voce al motore del movimento, i presidenti dei club dilettantistici e giovanili, perché le problematiche sono tante e si sente il bisogno di innovare e riformare. Ad aprire l’incontro è stato l’intervento del direttore Italo Cucci che ha illustrato come la nostra testata si riproponga come obiettivo primario il poter dare risalto al malessere che attraversa il nostro calcio: “Un giornale sportivo non nasce solo per raccontare le avventure dei campioni, ma per servire le attività locali e narrare tante piccole storie di sport. Vedendo cosa sta diventando il calcio superiore, è sempre più evidente che bisogna rinnovare la base. La parola del momento è riforma e bisogna partire dalle fondamenta per poter ripartire. Credo in questi ragazzi e ci metto la faccia, sono persone oneste: vi possono aiutare a migliorare il movimento, dandovi lo spazio per poter manifestare le problematiche più gravose e invitare chi di dovere a trovare una soluzione”. Parole riprese da Emilio Piervincenzi, giornalista e presidente del Montecelio e dal numero uno della Borghesiana, Nicola Di Giacobbe: “Gazzetta Regionale può essere il veicolo per portare alla luce le nostre esigenze e migliorare il movimento dilettantistico e giovanile”. Il primo argomento affrontato è stato quello della sicurezza, in particolare il tema dei defibrillatori. A prendere la parola è stato il dg del Certosa, Marco Belli: “Il problema principale è la formazione del personale: non siamo medici e servono le competenze giuste per sapere quando questo strumento vada effettivamente utilizzato”. E’ intervenuto anche il presidente del Massimina, Attilio Nicastro, peraltro medico di professione: “Tengo particolarmente al discorso sulla sicurezza, è molto importante anche avere dei defibrillatori di ultima generazione, che siano compatibili sia ai bambini che agli adulti”. Sulla scia di quanto detto da Marco Belli, è arrivata la puntualizzazione del dg dell’Ottavia, Tarquinio Deli: “Il medico in campo rappresenta un costo, così come i corsi, per tutti i club: la Federazione dovrebbe aiutarci con delle detrazioni per venirci incontro”. Deluso dal numero uno della FIGC Carlo Tavecchio il presidente del Savio, Paolo Fiorentini: “Veniva dai dilettanti, c’erano grandi aspettative, ma per ora l’unica innovazione è stata la modifica dei campionati nazionali, che non ci riguarda. Purtroppo è dall’alto che non vengono tutelati i nostri interessi”. Tutti i presidenti presenti hanno sottolineato gli alti costi che ogni società deve affrontare per l’omologazione dei campi e i costi di gestione. Per primo Antonio Ranieri, patron del Giardinetti, che spiega come alle spese “burocratiche” vadano aggiunti anche i salassi per la fornitura di energia e servizi; a fargli eco il numero uno dell’Urbetevere Alberto Rapone: “Le spese sono molto elevate per tutti. La nostra società ha pagato molto per rinnovare il campo ed è continuamente sottoposta a controlli e dispiace poi vedere altri club a cui viene permesso di giocare su impianti non sicuri, che pure vengono omologati...”. Poi racconta: “Alcuni anni fa, come ha spiegato anche Paolo Fiorentini, ho fatto parte di una commissione incaricata di dare dei suggerimenti alla federazione per migliorare il calcio giovanile e dilettantistico, che sono stati portati a livello nazionale, perché non di competenza regionale. Avevo fatto una proposta che avrebbe permesso di risparmiare tanti soldi, circa ventimila euro secondo un mio calcolo: dare a ciascun giocatore un numero di maglia fisso, in modo che potessero lavarsi le mute da soli e risparmiare i costi della lavanderia. Cosa c’è di male? Eppure ci venne risposto che nel settore giovanile non si poteva fare, cosa che mi ha sinceramente fatto cadere le braccia”. Ci siamo presi la responsabilità di metterci al servizio dello sport, abbiamo il dovere di dargli voce e la Federazione ha il compito di ascoltare con la giusta attenzione queste proposte: con delle riforme mirate possiamo fare molto...

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