Tavola rotonda

L'editoriale: "Questa tavola rotonda è aperta a tutti"

Le parole del nostro direttore Nicola Cavaliere sull'incontro con i presidenti: "Non è una guerra né una rivoluzione"

Era necessario creare un confronto perché il malessere, del calcio e non solo, ha assunto le sembianze di un’epidemia e l’esasperazione è il grave sintomo che più in fretta cattura l’attenzione. Un confronto, il primo, che si può considerare il naturale proseguimento di un dialogo nato sui campi in questi due anni di attività giornalistica della nostra testata. Abbiamo voluto dare seguito e concretezza alle “chiacchiere” del post partita e alle dichiarazioni a microfoni spenti, nel tentativo di priorizzare e ordinare le tante problematiche che affliggono i club di calcio del Lazio. Il fine è dibattere, ascoltare, unirsi per presentare soluzioni pratiche, immediate e facilmente attuabili. Il fine è quello di subordinare l’interesse individuale, sia pure giusto e a malincuore, per lasciare spazio a quello comune. Il fine è riformare, subito. Siamo partiti con un piccolo “nucleo” di interlocutori, rappresentato da quelle società che sin dalla nostra nascita ci hanno invitato a visitare il dietro le quinte del calcio dilettantistico e giovanile, quelle che hanno voluto spiegarci quali sono i mali che non riescono a sconfiggere, quelle che hanno creduto che noi avremmo potuto dar credito e forza alla loro voce. Era fondamentale comprendere quale sarebbe stato il riscontro di questa iniziativa in tempi brevissimi prima di compiere nuovi passi e provare a coinvolgere tutti. A nostro parere due aggettivi definiscono alla perfezione la prima tavola rotonda di Gazzetta Regionale: soddisfacente e costruttiva. È la conferma che si deve andare avanti coinvolgendo tutte le realtà che compongono il movimento dalla Serie D alla Terza Categoria, dal Calcio a 5 al Femminile, è il momento in cui ognuno deve prendere piena consapevolezza delle proprie responsabilità e adoperarsi per riuscire a cambiare una situazione drastica. Chiamateci, venite a trovarci, segnalateci problematiche, chiedeteci di incontrarsi, di partecipare, di esporvi. Club, atleti, informazione e istituzioni, siamo tutti parte di un sistema che ha un disperato bisogno di dialogo e riforme. E poco importa se qualche vigliacco proverà in qualche modo a strumentalizzare questo incontro, problemi suoi e della sua coscienza. Perché, parliamoci chiaro, quale male si potrà mai celare dietro un gruppo di persone che spende il suo tempo per riunirsi, organizzarsi e avanzare proposte che siano di aiuto alla collettività? Nessuno. Questa non è una guerra, non è una rivoluzione né un gioco di ruolo, perché la nostra tavola rotonda è aperta a tutti.

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