l'intervista

Il ds Alfonso Morrone: "Formeremo una nuova associazione"

Il dirigente, stufo per le regole violate, spiega l'iniziativa: "Non ci sentiamo tutelati dall'ADISE, già 40 direttori sportivi hanno aderito"

Una nuova realtà che garantisca il rispetto dei diritti dei direttori sportivi. A parlare è Alfonso Morrone, ds professionista, che insieme a Vittorio Galigani e Gianfranco Multineddu ha deciso di rompere con l'ADISE, associazione di categoria, e formare un movimento a cui hanno aderito già quaranta dirigenti abilitati (tra i quali Michele Punzi, e Mauro Ventura). Morrone spiega il perché di questa decisione: “Siamo stufi di veder costantemente violate le regole che ci dovrebbero tutelare e i colpevoli principali sono i presidenti. Tra i professionisti ci sarebbe l'obbligo di avere un direttore sportivo, pena il pagamento di venticinquemila euro. Poi vediamo presidenti che si autonominano ds e l'ADISE non ci tutela a dovere. Queste normative andrebbero cambiate. Ci sono tante incongruenze ed è arrivato il momento di dire 'basta'. Siamo abbandonati a noi stessi e non è possibile che veniamo sostituiti da procuratori e faccendieri vari. Nel dilettantismo, invece, c'è la figura del collaboratore della gestione sportiva, titolo che si riceve partecipando a corsi a pagamento organizzati dalla Federazione. La LND aveva promesso che sarebbe diventata una figura obbligatoria, ma non è ancora così. Sarà un caposaldo della nostra battaglia, invece, fare in modo che lo diventi prima possibile. Altra incongruenza è che nel dilettantismo viene giustamente riconosciuta la figura dell'allenatore professionista, che se accetta la proposta di un club dilettantistico è tutelata. Cosa che non accade per i ds professionisti, che non possono essere contrattualizzati (cosa che spetta solo ai collaboratori della gestione sportiva, fino a un massimale di 28.000 euro, ndr). Presto formeremo una nuova associazione che lotterà per il rispetto dei nostri diritti e siamo a buon punto. Voglio sottolineare che questo non è un movimento di direttori sportivi disoccupati, ma abbiamo tra le nostre fila tanti ds che attualmente hanno lavoro. Ci sono delle regole e vanno rispettate, poi i presidenti avranno il sacrosanto diritto di scegliere a quale ds affidarsi, che sia più o meno capace”.

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