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l'intervista
23 Maggio 2018
Sta per arrivare l'appuntamento con chi vuole provare a crearsi una strada all'interno del mondo del calcio. In due sessioni (il 15 e 16 giugno e poi il 22 e 23 dello stesso mese) in via di Trasone 52 con le lezioni dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 viene inaugurato un corso per la preparazione ad agente sportivo, organizzato dallo studio legale Spadafora-De Rosa in collaborazione con la MCDRSM. All'interno verrano trattati i temi e le materie utili ad una preparazione professionale che troppo spesso viene tralasciata: diritto sportivo, diritto privato ed amministrativo. Elementi fondamentali per operare al meglio nel mondo del calcio. Per spiegarci come si articolerà il corso e quali sono gli obiettivi abbiamo interpellato Alessandro De Rosa
Come nasce l'idea di creare un corso per la formazione di procuratori sportivi? “Il sistema calcio ha sempre più bisogno di professionalità, soprattutto adesso che si devono superare due esami per diventare agente: uno al CONI e uno alla FIGC. Solo così ci si potrà fregiare del titolo di Procuratore sportivo. Nel mondo, Francia e Italia sono le uniche ad avere una normativa nazionale, tanto che la FIFA ha apprezzato il modello italiano e vuole capire come regolamentare su scala internazionale. A differenza di quanto avvenne con Blatter, che preferì deregolamentare ed evitare tutte le rogne che portano gli agenti, ossia cause su cause da smaltire nelle federazioni. Attraverso questa normativa avremo una maggiore professionalità, il corso servirà a preparare al meglio tutti coloro che vorranno affrontare i due esami, con l'insegnamento delle materie su cui verteranno. Parlo di Diritto Sportivo, ma soprattutto Diritto Privato, Diritto Amministrativo, CONI e FIGC, tesseramenti, Giustizia sportiva... E magari faremo maggiore chiarezza rispetto a tutte quelle figure che si muovono al confine fra le varie figure (agenti, intermediari, direttori sportivi), oppure peggio si vantano proprio di unire in una tutte queste figure così diverse e direi in conflitto fra di loro”
Con la nuova normativa si riuscirà a scongiurare la presenza di personaggi poco trasparenti nel calcio givovanile? “Penso che certi personaggi ci saranno sempre, perché le norme non sono direttamente l'antidoto alla mancanza di etica e di cultura. Sta alla giustizia riuscire a trovare i giusti strumenti per applicare le norme, perché esistono e vanno fatte rispettare. Parlo anche di giustizia ordinaria, perché adesso si potrà essere denunciati per esercizio abusivo della professione, non si tratta più di una normativa squisitamente sportiva. Ora bisognerà comprendere come CONI e FIGC recepiranno la normativa nazionale e attueranno i regolamenti interni per allinearsi. Tra l'altro credo che i tempi non saranno brevi, considerato che il commissario Fabbricini non può svolgere attività straordinaria, avendo ricevuto la richiesta di Assemblea Elettiva per la nomina del Presidente FIGC”.
Una normativa rivolta alla tutela dei minori in questo senso esiste? “No e più che preoccuparmi mi confonde. Lo Stato italiano ha una forte cultura pedagogica, le nostre scuole elementari sono tra le migliori per la capacità di inquadrare la personalità dei bambini, In questo senso non capisco come il movimento calcio del nostro paese non si sia ancora interessato specificamente alla tutela del minore, che dal mio punto di vista è una priorità assoluta, perché serve a creare cultura sportiva e di conseguenza a formare campioni”.
Eppure il mercato mondiale coinvolge sempre più i minori e in Italia un quattordicenne può essere vincolato fino ai 25 anni. Urge una regolamentazione. “È vero, si è abbassata la soglia di età nello scouting di campioni, anche perché esistono molte più personalità che li ricercano, non c'è più solo l'osservatore, ed inoltre ci sono tantissimi strumenti per la conoscibilità dei giovani atleti, faccio l'esempio di Wyscout su tutti. Serve da una parte la creazione di un percorso di cultura sportiva, assolutamente accompagnata da norme stringenti e strumenti di giustizia a tutela dei minori che siano sempre più efficaci”.
Tu sei un Avvocato, ti chiedo: quanto è importante un percorso di studio per la professione di Procuratore? “Ci sono conoscenze e competenze. Le prime, il sapere le cose in generale, servono a superare gli esami, le competenze sono altro, sono quelle che evidenzia la Direttiva dell'Unione Europea del 2006 utilizzata nelle nostre scuole Superiori e sono state individuate per proiettarsi verso un futuro migliore. Nel caso del Procuratore sportivo, il candidato dovrà conoscere sicuramente il Diritto, ma dovrà anche saper selezionare l'atleta, saper gestire la sua carriera, sapersi rapportare con direttori sportivi, genitori, giornalisti... Competenze che ovviamente non si possono apprendere in un corso, ma che devono venire da una progressiva formazione professionale e culturale”.
Gli iscritti potranno confrontarsi con personaggi di spicco del calcio. Puoi dirci di più? “Alberto Bollini, Lionello Manfredonia, Gianni Di Marzio, Mario Giunta, Amantino Mancini... interverranno per far capire a chi fa il corso quale mondo sta approcciando, facendogli comprendere le dinamiche, le difficoltà, raccontando le loro esperienze. Si dice sempre “devi rubare con gli occhi” ma ovviamente anche con le orecchie, penso che ascoltare il vissuto di professionisti affermati sia uno dei modi migliori per conoscere il sistema. Gianni di Marzio ha scoperto Diego Armando Maradona, sara' interessante capire come ha fatto... (sorride, ndr)”.
Tu finora cosa hai imparato? “Spesso ci rifletto e penso di aver imparato che alcune dinamiche del calcio sono le stesse ad ogni livello, dalla Serie A alla Terza Categoria, cambiano gli zeri. Si può chiudere l'accordo con un allenatore a margine di una cena sia in Serie B che in Promozione”.Una speranza in più per chi sogna di fare questo lavoro.“I sogni vanno coltivati e si realizzano attraverso il sacrificio e la determinazione. Più sopporti le pressioni, anche nel tempo, e più hai probabilità di realizzare il tuo sogno”.
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