La storia

College Life Italia, Colasanti: "Che esperienza in USA!"

Reduce dalla vittoria di un prestigioso titolo sportivo in America, ecco le parole di Flavio, ragazzo facente parte delk programma

Flavio Maria Colasanti, giocatore classe ’93 originario di Roma, dal 9 agosto di quest’anno si trova negli Stati Uniti, per studiare presso la Barry University continuando a giocare a calcio. Nato centrocampista, spostatosi più in avanti nel corso degli anni, Flavio è fresco della vittoria del titolo nazionale NCAA. Abbiamo parlato con lui della sua esperienza in America: un vero e proprio sogno iniziato grazie anche all’intermediazione svolta da College Life Italia. 


Ciao Flavio. Sono quasi cinque mesi che ti trovi in America, come ti sei trovato a cambiare vita improvvisamente?


“Sicuramente ho avuto la fortuna di vivere un’esperienza molto formativa sotto tutti punti di vista. In un certo senso mi sono sentito da subito a mio agio con la partenza, perché non era la prima volta che lasciavo casa: la separazione dai miei cari è un tipo di esperienza che avevo già vissuto.”


Hai frequentato un college di Miami: come si vive nell’università americana e in una delle più celebri metropoli degli States?


“In questi mesi la cosa che più ho apprezzato della vita da college, è stata la possibilità di stare a contatto con gli altri ragazzi ventiquattro ore su ventiquattro, cosa che non avrei mai potuto fare in Italia in un’università tradizionale. Il bello di Miami poi, oltre alla temperatura, cosa scontata, è che qui si riuniscono ragazzi provenienti da moltissime parti del mondo: nella mia squadra ho giocato e legato con tedeschi, brasiliani, argentini e non solo: sono venuto a contatto con tante culture e a tavola era incredibile sentire quattro, cinque lingue diverse mescolarsi. È un qualcosa che mi porterò dentro e che non tutti hanno la possibilità di sperimentare.”


Un aneddoto simpatico che ti viene in mente riguardo questo periodo? 


“Io e Lorenzo Cerrai ci siamo da subito abituati al clima caldo di Miami. Ricordo che una volta però, dai soliti trenta gradi la temperatura scese intorno ai venti: entrambi quel giorno abbiamo avuto i brividi per il freddo. Fu veramente strano: ci eravamo completamente abituati al caldo.”


Passando al campo, quest’anno con la tua squadra ti sei tolto belle soddisfazioni.


“Assolutamente, ho avuto il privilegio di giocare all’interno di un gruppo molto forte e lo abbiamo dimostrato vincendo il titolo nazionale, nonostante i numerosi infortuni sofferti. A livello collegiale l’NCAA è il più alto riconoscimento sportivo, che ricompensa per tutti gli sforzi e sacrificio fatti. Sono felice anche per la mia personale stagione, perché sono stato nominato come miglior giocatore del campionato, ho vinto il titolo di capocannoniere e sono stato citato anche all’interno del top team di tutta l’America. Insomma, complessivamente è stata una stagione fantastica.”


Hai trovato grandi differenze tra il calcio italiano e quello statunitense?


“Devo dire di aver trovato ragazzi competenti sotto tutti i punti di vista. Forse una piccola lacuna del calcio americano è che ci si occupa meno di tattica, ma il vantaggio è che ti alleni tutti i giorni, giocando ogni tre. Quindi è un campionato molto intenso, che però dura molto meno di un torneo italiano. È una formula che tutto sommato mi è piaciuta.”


Lorenzo Cerrai, italiano e romano come te, è stato un tuo compagno di squadra quest’anno. Com’è stato il vostro percorso insieme?


“Ci siamo conosciuti in America. Da subito abbiamo legato tanto, visto anche le comuni origini. Mi sento di dire che è stato il mio migliore amico in America. Gli sono grato, perché ha sicuramente migliorato la mia esperienza qui. Per quanto riguarda Lorenzo come compagno di squadra, in campo è stato adattato a giocare in difesa e dopo quel cambiamento ha fatto davvero la differenza. Un ragazzo di carattere, non toglie mai la gamba, sempre prezioso. Un suo pregio in campo è la sua tranquillità.”


… E un suo difetto?


“(ride, ndr) È convinto di essere ambidestro…”


Come vedi il tuo futuro?


“Prima di venire qui ero andato in ritiro con una squadra di Lega Pro, il Pesaro. Alla fine però ho deciso di abbracciare questa esperienza, e credo di aver fatto la scelta migliore. Sinceramente non so cosa mi riserverà il domani. Ho avuto una stagione brillantissima, mi aspetto diverse chiamate. La mia esperienza dal punto di vista collegiale credo sia finita, valuterò eventuali proposte calcistiche in America, altrimenti potrei tornare in Italia e magari completare i miei studi. Sono felice, la mia unica certezza, è che grazie al calcio ho potuto fare esperienze uniche nel loro genere.”


Cosa ne pensi di College Life Italia e come valuti il suo operato?


“Senza dii loro non avrei probabilmente mai vissuto un’esperienza come questa. Sono un’organizzazione seria, capace e lo si vede da come operano. Si occupano di te a trecentosessanta gradi, anche una volta che arrivi in America, ti seguono e ti mettono in relazione anche con gli altri ragazzi presenti sul territorio. Non credo esista in questo settore un’organizzazione migliore di College Life Italia.”

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