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l'editoriale

Che sia una pausa di riflessione: riscopriamo il calcio vero

Approfittiamo dello stop per riscoprire la passione e i valori più puri di questo sport

14 Marzo 2020

Che sia una pausa di riflessione: riscopriamo il calcio vero

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Il calcio si ferma, costretto, come il resto d’Italia a “rispettare” un virus destabilizzante alla fine per tutto il mondo: è stata dichiarata Pandemia dall’OMS. E manca a tutti, manca a grandi e piccini, a chi se ne occupa, magari raccontandolo e a chi lo vive interpretandolo. Non mancano le polemiche quelle no. A distanza di pochi giorni dai primi infetti da e morti da Coronavirus in Italia, ci si domanda come si poteva ancora in quei momenti continuare a parlare di episodi arbitrali, orari e date da ridefinire, come se il calcio, fosse in un’altro mondo e non in questo mondo. Forse molti soggetti che oggi stanno nel calcio hanno dimenticato che lo sport dovrebbe essere esempio di virtù, lealtà, correttezza e rispetto in tutto; o forse semplicemente non lo sanno perché non hanno il calcio nelle vene da età di parto o poco più. Ed è proprio il calcio d’altri tempi che manca, non quello che il Coronavirus ha troncato di netto senza pietà. Lo stop per il Coronavirus può rappresentare una forma di forte disintossicazione da tutti i veleni e dunque dalle così dette, malebolgie. Che sia dunque spunto di riflessione questo trapasso della nostra vita. Agli interpreti del calcio va ascritto un semplice messaggio: “Fateci raccontare un calcio semplice, sorridente, ricco solo di colori e tanta tanta passione”. Che il giornalista faccia il giornalista si dirà e ci mancherebbe pure non accettarle le critiche. Che ognuno però faccia il suo, non è un mondo di santi ne di peccatori ma può essere un mondo di modi corretti. I modi di vivere lo sport ed il calcio nella fattispecie ce li hanno insegnati i nostri nonni: quelli che hanno visto vincere l’Italia tre volte la Coppa del Mondo. Gli stessi nonni che il Coronavirus vuole mettere in crisi. La guerra al Coronavirus sarà vinta poi resterà da capire, nel tempo, se assisteremo ad un calcio più puro e sincero. Un regalo, insomma, per i nostri nonni ma anche per noi stessi. Sarebbe bello dare un calcio al virus ma anche ai veleni scevri da essi. Meditate, ora che il calcio non c’è. Non ci mancano i veleni, ci manca il calcio.

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