Cerca

l'intervista

La ripartenza del Veneto: a tu per tu con Giuseppe Ruzza

Il presidente del Comitato Regionale spiega le scelte fatte per tornare in campo al termine della scadenza dell'ultimo DPCM

19 Novembre 2020

La ripartenza del Veneto: a tu per tu con Giuseppe Ruzza

Giuseppe Ruzza

Prove tecniche di ripresa, quantomeno abbozzate, ipotizzate, comunque sia necessarie per regalare speranza, che dentro un campo di calcio in questo periodo si chiama programmazione. Società, dirigenti e ragazzi si trovano in un limbo che comincia ad essere così stretto dal diventare soffocante. Il Veneto si è dimostrato storicamente come una zona d'Italia estremamente pragmatica e non è un caso, infatti, che la gestione dell'epidemia in tutta la regione sia stata valutata tra le più positive a carattere nazionale, oltre che tra le più sperimentali, come testimonia il caso di Vo Euganeo. Lo stesso pragmatismo è vivo all'interno del Comitato Regionale che gestisce il calcio dilettantistico, tra i primi a presentare una road map per poter portare a termine i campionati, quando questi potranno essere di nuovo attivi. A portare avanti il discorso della ripresa è in prima persona il presidente Giuseppe Ruzza, che si è lasciato alle spalle l'infezione da Covid ed ha ripreso a lavorare di concerto con le sue società per tornare in campo.


La proposta In pratica il presidente ed il suo staff hanno delineato un'ipotesi su base temporale, tenendo conto anche dei possibili risvolti epidemiologici futuri, cercando di attenersi alle regole del buon senso e ad una tempistica in linea col progressivo miglioramento della situazione sanitaria che non vada però a cozzare con quello che lo stesso Ruzza definisce un divertimento "Noi abbiamo fatto una proposta e speriamo si possa attuare, partendo dall'assunto che dal prossimo 3 dicembre l'emergenza sia finita e che quindi si possa tornare a praticare calcio, partendo dagli allenamenti. Purtroppo questa logica lascia un po' il tempo che trova, perché ci troviamo a lottare con questa vera e propria bestia e sappiamo che il tempo di stop potrebbe anche essere allungato. Partendo però da quella data daremo almeno quindici giorni di tempo alle società per poter riprendere gli allenamenti veri e propri e successivamente, seguendo tutte le disposizioni di tipo amministrativo che ci saranno, faremo i passi che servono per poter dare regolarità ai vari campionati che, superata l'emergenza, dovrà essere garantita. Superata quindi la fase degli allenamenti proseguiremo con i recuperi delle gare non disputate, che si aggirano circa ad una ventina per ogni singolo campionato, in modo tale da completare nel mese di gennaio il percorso e poi far riprendere i campionati, se non con il 100% delle partite almeno al 90% (quindi centrando o sfiorando la parità di incontri disputati ndr). In questo modo ci sarebbe poi il tempo di poter portare a termine la stagione, in quale modo lo scopriremo più avanti".


La formula Se da un lato quindi si proverà a far partire di nuovo la macchina, dall'altro bisognerà trovare il come più adatto "Decideranno le società, che poi incontreremo, in modo tale da venire incontro alle loro esigenze. Si potrebbe procedere anche con una disputa di play off e play out allargati se non ci fosse il tempo per chiudere la stagione in maniera canonica. Avendo noi dei gironi da 18 squadre praticamente creeremmo una seconda fase del campionato in cui in pratica la classifica di ogni girone verrebbe suddivisa a metà, o quasi, e poi si riuscirebbe così a determinare le varie vincitrici del campionato, le promozioni e le retrocessioni. Questo se non ci fosse la possibilità di prolungare i termini di chiusura della stagione dopo il 30 giugno. In questo momento io penso però che bisogna rimanere con i piedi per terra ed evitare di fare delle proiezioni troppo corpose e cercare di avere in mente un programma snello. La nostra volontà è di concludere i campionati su tutti i livelli".


Il periodo Il dilettantismo da Ruzza viene giustamente considerato nel suo senso più puro "Un calciatore di questo livello deve divertirsi, in primis, per staccare dagli affanni della settimana - commenta - e trovo in questo momento quindi inopportuno parlare di campo o voler troppo presto tornare a giocare. Questo divertimento deve poter essere vissuto in tutta serenità ed ora a fronte dei numeri quotidiani che vengono diffusi quest'ultima viene sicuramente meno. Dobbiamo andare in campo garantendo la salute di ognun e stare molto attenti, quindi riprenderemo solamente quando ci saranno le condizioni, al momento mi pare ovvio che non ci siano".Le problematiche Così come in tutta Italia anche una regione storicamente su alti standard come il Veneto ha vissuto, e sta vivendo, le difficoltà economiche legate alla pandemia. Le rimostranze e le criticità dei club del nord-est non sono quindi assolutamente dissimili da quelle che abbiamo potuto commentare in prima persona "Le osservazioni che ci hanno mosso sono tra le più variegate, perché ognuno ha il suo punto di vista. C'è il presidente che è assolutamente calciofilo e quindi vuole giocare a tutti i costi, c'è quello che invece è più incline ad essere manager e vedere il calcio come una possibilità economica, mentre ci sono anche quelli che avrebbero voluto non riprendere del tutto l'attività. Tutti però si sono impegnati nel rispetto dei protocolli e nella loro gestione e quindi gli investimenti fatti si fanno sentire nelle loro casse".

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Gazzetta Regionale

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alle nostre newsletter

EDICOLA DIGITALE

Dalle altre sezioni