L'Intervista
Riforma dello Sport, Salvatore Sanzo: "Questo è un grande segnale di civiltà"
Che la Riforma dello Sport e del Lavoro Sportivo sia indubbiamente un punto di svolta segnante nel corso degli anni è cosa nota. Un capitolo da cui ripartire, disegnando un'immagine nuova dello sport, modificato sostanzialmente in alcuni dei suoi punti cardinali, quali la contrattualizzazione del lavoro autonomo o il vincolo sportivo, su cui poi è arrivata la deroga del Ministro Andrea Abodi. Al di là di potenziali critiche, valutazioni o dibattiti, è importante conoscere il parere di chi si occupa di tutto ciò dall’interno, nelle vie istituzionali, come Salvatore Sanzo, Responsabile dell’Area Sport nei territori di Sport e Salute. “Credo ci fosse veramente bisogno di un decreto del genere, che forse avremmo dovuto noi istituzioni anticipare di qualche mese. Alla fine però è arrivato, ed è un forte segnale di vicinanza e civiltà a chi lavora in questo ambito, mettendo a disposizione sé stesso per la crescita dei nostri figli, delle future generazioni. La volontà rimane quella di sempre: aiutare le società sportive, aspettando poi anche tutte le indicazioni successive del Ministero”. Un pensiero chiaro ed inequivocabile, arrivato da chi ormai da anni si occupa di queste tematiche. Interessante sarà quindi capire anche le conseguenze dirette sulle Associazioni Sportive Dilettantistiche, che il dirigente però non prevede di dimensioni così grandi, all’interno di un sistema abbastanza definito e molto innovativo. “Cambiamenti per le ASD? Onestamente non penso ci saranno enormi novità, al di fuori magari degli adempimenti burocratici e amministrativi. Come ribadito più volte, l’oggetto in questo caso riguarda quei lavoratori che percepiranno un reddito superiore ai 15000 euro, quindi non più del 2% - dati forniti dall’Agenzia delle Entrate – per i quali è previsto il pagamento dei contributi da entrambe le parti. Nulla di clamoroso, contando come in realtà l’82% della platea sia rappresentata da singoli che si trovano sotto la soglia dei 5000 euro di reddito, per la quale sono previste delle esenzioni dai costi e quindi, citando il ministro Abodi, non ci saranno scompensi per le società”. Analizzato ogni assetto di natura tecnica, l’ex schermidore olimpionico si è poi voluto concentrare su quello che sarà l’impatto sul territorio della riforma, evidenziando come questo cambiamento possa contribuire alla già importante organizzazione di Sport e Salute in ogni zona del Paese. “Da quando sono arrivato ho girato tutti i capoluoghi di provincia in cui siamo presenti, cercando di capire le necessità di ogni zona. Sono 135 le sedi di Sport e Salute diffuse nel paese, con l’obiettivo di offrire i servizi giusti in base ai doveri e alle richieste. Il traguardo dal nostro punto di vista è sempre quello di incentivare il numero dei tesserati, così come dei praticanti. La duplice ambizione è figlia della nostra progettualità, in cui va data attenzione sia allo sport strutturato, riguardante i tesserati, sia a quello destrutturato, dove confluiscono coloro che vogliono praticare sport senza alcuna forma di tesseramento con le società sportive. Il nostro impegno non cambia, ma dal mio punto di vista la riforma non potrà che darci beneficio nel raggiungimento degli scopi prefissati, continuando ad aiutare nell’ambito sociale, didattico, con tanta presenza nelle scuole, promuovendo i valori dello sport e della salute. Esistiamo per questo, e non appena arriveranno gli ultimi indirizzi da parte del Ministro Abodi, cominceremo a pianificare le prossime attività”