L'intervista

Fabrizio Ciotti presenta la Vis Aurelia "Senso di appartenenza e cultura del lavoro"

Alessio Penna

La stagione della Vis Aurelia è iniziata di fatto lunedì 8 luglio, quando la forma si è trasformata in sostanza. Solo in quel momento la nuova proprietà ha potuto cominciare a dare corpo al progetto, una sorta di corsa contro il tempo, considerato che i club iniziano a gettare le basi dell'annata che verrà diversi mesi prima. Sarà un'estate intensa per la società di via Gioacchino Ventura, che ha deciso di affidare la direzione sportiva a una delle figure più qualificate del movimento che ha fatto le fortune del Trastevere per 10 anni ovvero Fabrizio Ciotti: "Si tratta senza dubbio di un'impresa, però ne eravamo consapevoli ed è un tema trattato ampiamente con la nuova proprietà, per questo avremo la necessaria serenità per affrontare le difficoltà che incontreremo – esordisce il Direttore biancoblù – Sappiamo che essendo ormai nella seconda metà di luglio sarà quasi impossibile completare sia le rose con nuovi profili e sia tutti i quadri tecnici. La società però ha le idee chiare e la voglia di investire, contiamo di recuperare il tempo che non abbiamo avuto a disposizione".

Il piano


Un inizio frettoloso, ma un programma ben definito sul lungo raggio: "Se penso a come è iniziata l'esperienza al Trastevere, dove oltre a non avere settore giovanile e scuola calcio non avevamo neanche il campo perché era in lavorazione, direi che qui partiamo con qualche elemento di vantaggio – puntualizza Ciotti – L'impianto ha poco da invidiare ai migliori di Roma, ci sono delle categorie di tutto rispetto, delle sette formazioni che parteciperanno ai campionati la Prima Squadra milita in Prima Categoria, l'Under 19 riparte da una stagione straordinaria che l'ha vista protagonista ai vertici dell'Elite, la U18 sarà un prezioso serbatoio, mentre la anche la U17 grazie al ripescaggi militerà nel campionato Elite. Under 16, 15 e 14 sono nei Regionali ma anche qui contiamo di dire la nostra e lavoreremo per completare e migliorare tutti i gruppi, sono convinto che con la calma e la programmazione si potranno ottenere risultati importanti perché, ribadisco, la società vuole crescere in maniera omogenea e costante, senza emulare quelle meteore che splendono all'inizio e poi scompaiono. Vogliamo partire col piede giusto, senza precluderci nulla ma con un sano realismo, dobbiamo portare il nome della Vis Aurelia al livello che merita, se poi sin da subito arriveranno risultati sportivi ben vengano, ma siamo consapevoli dell’importante lavoro da fare e delle difficoltà da superare ma vogliamo anche dare subito i segnali giusti per connotare nella maniera migliore il nuovo percorso della società".



Il nuovo corso


Un cambio di proprietà che non rappresenterà comunque una rifondazione, i giocatori e i tecnici rimasti dalla scorsa stagione rappresenteranno la base da cui ripartire: "Parliamo di ragazzi e famiglie legate alla Vis Aurelia che hanno avuto fiducia in noi e che faranno assolutamente parte del nuovo progetto. Il nome di questo club è di assoluto rilievo nel panorama dilettantistico, la nostra intenzione aumentare sempre più il senso di appartenenza e la cultura del lavoro. Partendo dalla base che abbiamo cercheremo ovviamente di migliorarla, giusto però evidenziare anche il lavoro fatto dalla società, dai tecnici e dirigenti, che resteranno a far parte di questo club e che si sono prodigati nel cercare di trasmettere tranquillità sul futuro della Vis Aurelia". Dalla scuola calcio alla prima squadra, il club biancoblù avrà una sola, forte identità: "Impossibile prevedere i tempi per portare a pieno regime il progetto, ci baseremo sulla qualità e la quantità del lavoro che porteremo avanti – spiega il ds – Dal mio punto di vista è fondamentale oggi impostare un lavoro che parta dalla Scuola Calcio, si sviluppi nell'agonistica per poi raccogliere i frutti nelle categorie superiori. Ritengo che lo staff e la rosa della Prima Squadra siano interessanti, vedremo quanto tempo ci vorrà per salire di livello. Il mio obiettivo prevede anche questo, creare un percorso virtuoso che permetta a un ragazzo che entra nella scuola calcio di sapere che con l’impegno e la crescita costante potrà puntare ad indossare la maglia della prima squadra della sua società. Per riuscirci serve un lavoro e un ambiente di qualità, le regole sono cambiate e oggi il professionismo si raggiunge con apparente maggiore facilità, viste le nuove regole, pertanto diventa molto importante per un genitore portare il proprio figlio in un posto dove si predilige far crescere i ragazzi grazie al lavoro e garantendo la meritocrazia, evitando illusorie scorciatoie o formule magiche”.

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