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Analisi di una deriva: ecco come si è arrivati al varo del DL Sport

02 Luglio 2025

Analisi di una deriva: così si è arrivati al DL Sport

"Sto provando una grande gioia ed emozione per l’approvazione di questa legge storica. La tutela degli arbitri entra finalmente nel codice penale. Ringrazio ovviamente il Ministro Abodi, il Governo ma anche tutti coloro che, da tutti gli schieramenti, hanno sostenuto questa grande battaglia di civiltà". Parole dal sapore di grande soddisfazione quelle di Antonio Zappi, presidente dell'AIA, dopo la recente approvazione del D.L. Sport arrivata lo scorso 20 giugno che equipara gli arbitri ai pubblici ufficiali. Una svolta storica per i fischietti di tutta Italia, volta a garantire maggiore sicurezza a coloro che scelgono di intraprendere questa strada, con l'obiettivo di inasprire le sanzioni anche a livello penale per chi si macchia di comportamenti aggressivi nei confronti dei direttori di gara.

"Gli arbitri e tutte le figure tecniche che assicurano la regolarità della competizione - spiega il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi - saranno omologate, per punibilità e pene di chi li aggredisce, agli agenti di pubblica sicurezza". Un grande passo di cui si parlava già da diverso tempo, forse velocizzato ancor di più rispetto a quanto previsto per via dei diversi episodi di violenza nei confronti degli arbitri che purtroppo si sono susseguiti negli ultimi anni. Tra i più eclatanti ci sono senza dubbio l'aggressione a Riccardo Bernardini del 2018, avvenuta proprio qui a Roma, che portò alla sospensione dei campionati nel Lazio: una foto quella del direttore di gara insanguinato che, ancora oggi, dovrebbe scuotere le coscienze di tutti. Recentissimo invece il caso di Edoardo Cavalleri, fischietto della sezione di Viterbo a cui ad inizio dicembre 2024 è stato rotto un braccio a seguito di un'aggressione al termine di una gara di Terza Categoria. Casi che fanno male a chi ama lo sport e che sono purtroppo spesso all'ordine del giorno nel calcio e non solo. Ma riviviamo i momenti cruciali di questa stagione che hanno reso questo provvedimento sempre più urgente.

Stop ai campionati! Il primo allarme di una situazione sempre più grave arriva proprio dai nostri campi. Ad inizio dicembre le sezioni del Lazio optano per la decisione più rumorosa possibile. Dopo l’aggressione ad Edoardo Cavalleri sopracitata, tutto il calcio laziale si ferma per un’intera giornata, dai dilettanti alle giovanili. Un silenzio assordante quello a cui abbiamo dovuto assistere sui campi da calcio in quel weekend che ha diviso e non poco l’opinione pubblica. A livello nazionale gli arbitri scenderanno in campo con un segno nero sul volto, così da dare ancora più risonanza mediatica al messaggio: la tolleranza è finita!

La forza delle immagini La stagione continua, ma la violenza non accenna a placarsi, anzi, la situazione degenera. Ad aprile in Sicilia un arbitro viene aggredito in campo al termine di una partita valida per i playoff Under 17 tra Riposto e Pedara. Si tratta di Diego Alfonzetti della sezione di Acireale, costretto a fuggire da diversi tesserati del Riposto che lo hanno inseguito e picchiato ancora nel rettangolo di gioco. Il Giudice Sportivo ha sancito l’esclusione per la stagione 2025/2026 dal campionato Under 17 per la squadra siciliana oltre a diverse squalifiche fino al 2030 per calciatori e dirigenti. La condanna più grande, però, è arrivata in un altro modo. La scena raccapricciante, infatti, è stata ripresa interamente e ha fatto il giro del web in pochissimo tempo causando l’indignazione della maggior parte degli utenti. Un’eco mediatica che anche questa volta ha raggiunto i piani alti del calcio nazionale: Alfonzetti verrà invitato al derby di Roma ed entrerà in campo insieme alla squadra arbitrale e alle due compagini capitoline, un altro momento che può sembrare banale, ma assume grande rilevanza nella divulgazione e sensibilizzazione del problema.

Sempre più giù L’ultimo episodio è avvenuto meno di un mese fa durante un torneo svolto ad Arezzo, un momento che dovrebbe unire i ragazzi di diverse realtà e che invece è degenerato in attimi di paura. Un padre dagli spalti ha ritenuto giusto aggredire l’arbitro diciottenne con pugni, morsi e l’ausilio di una sedia. Una barbarie che non sarebbe giustificabile in nessun momento o luogo e per alcuna ragione, figuriamoci se si parla di un torneo Under 12 di fine stagione. Possiamo considerare metaforicamente questo evento come la goccia che ha fatto traboccare il vaso sottolineando per l’ennesima volta in meno di 12 mesi l’urgenza di un cambiamento legislativo che tutelasse i fischietti di tutta Italia.

Toccare il fondo per risalire Il decreto legge approvato pochi giorni fa è un primo passo per provare a far rientrare questa emergenza, ma dovrà essere seguito da un’educazione alla non violenza che inizi a casa e continui nei centri sportivi. Non possiamo lasciare che continuino a vedersi scene di questo tipo nei campi da calcio. Noi di Gazzetta Regionale siamo sempre stati in prima linea nel denunciarle con speciali e inchieste, quindi non possiamo che accogliere con piacere questa svolta storica che speriamo possa finalmente sancire un cambio di rotta definitivo. Siamo stanchi di vedere scene di violenza sui campi di gioco e non bisogna dimenticare che, spesso, ad arbitrare sono giovani che fanno questo per passione e che hanno magari la stessa età dei ragazzi in campo. Anche loro possono sbagliare, così come l'attaccante può fallire un gol o il portiere commettere un errore, ma meritano il rispetto che gli è dovuto e non è giusto che per paura debbano abbandonare questa strada e veder sfumare i loro sogni.

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