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L'intervista

Ruggero Alcanterini, presidente CNIFP "C'è bisogno di dialogo e memoria"

L'intervento in vista del convegno Generazioni a confronto di sabato 18 ottobre all'università di Tor Vergata

07 Ottobre 2025

Ruggero Alcanterini, presidente CNIFP "C'è bisogno di dialogo e memoria"

Ruggero Alcanterini, presidente Comitato Nazionale italiano Fair Play

Il tema del rapporto tra le generazioni è territorio di scambio di idee praticamente dalla generazione del mondo ed è base fondamentale per lo sviluppo di una società civile che possa espandere l'esistenza nella maniera più corretta possibile. Un risultato raggiungibile attraverso due elementi chiave secondo Ruggero Alcanterini, Presidente del Comitato Nazionale Fair Play: la memoria e la collaborazione. "Per far sì che ci sia un buon dialogo intergenerazionale - esordisce - sono indispensabili tre figure: l'associazionismo (sportivo e non, ndr) le famiglie e la scuola. Insieme creano una componente dal forte impatto educativo e permettono di superare quei limiti, di cui spesso non ci accorgiamo. In Italia c'è un 30% di inattivi totali, che diventa poi un 70% di inattivi relativi. Questo significa che l'attività fisica e motoria molto spesso si può ricondurre ad un'élite, se consideriamo i grandi risultati. E nella maggior parte dei casi questa possibilità arriva da gruppi sportivi militari. L'aver inserito lo sport all'interno della Costituzione è stato un primo grande passo, ma bisogna fare ancora di più. Nelle scuole, ad esempio, l'attività motoria è praticamente assente, visto che nella scuola primaria spesso è affidata a persone non competenti ed è in pratica molto simile ad un'ora di ricreazione. Altro punto negativo per far sì che non ci sia una grande comunicazione tra le generazioni è la latitanza di quelli che erano i Giochi della Gioventù. Noi come CNFP possiamo in un certo senso fare poco, poiché siamo un organo integrativo. Il riconoscimento da parte dell'ONU della giornata mondiale del Fair Play ci ha però permesso di trovare una pietra angolare per una transizione etica della società. Altro punto poi secondo me fondamentale è quello della memoria. Non abbiamo in Italia un museo dello sport, nonostante gli enormi successi. Ci sono soltanto dei piccoli luoghi gestiti dalle varie federazioni che sono, molto spesso, paragonabili ad un'esposizione per collezionisti".

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