L'intervista

In viaggio con College Life Italia, Verdirosi: "Livello alto, nessun rimpianto"

Ufficio Stampa College Life Italia

Le parole del classe 2000 ha parlato della sua nuova vita in Missouri

E’ arrivato in America nel 2022 e da allora la carriera di Daniele Verdirosi, nato a Roma nel 2000, è stata una continua ascesa. Alla vigilia delle sue due lauree - una in Psicologia, l’altra in International Business - l’atleta romano ci racconta come è cambiata la sua vita.

Sei arrivato tre anni fa negli States, in Iowa, e ora ti ritrovi nel Missouri con ottime prospettive sia in campo che fuori: come è cambiata la tua vita?

"In maniera entusiasmante, sono arrivato che non sapevo l’inglese e non capivo niente di quello che mi dicevano, giocavo in una cittadina piccola ed è stata un’esperienza in mezzo al niente del Midwest (Indian Hills Community College, nda), che però mi è servita molto. Lo scorso anno ho giocato nella squadra di Eastern Florida State College e da maggio vivo a Springfield, una città di 300.000 abitanti, dove gioco nella squadra di Missouri State University".

E’ cambiato anche il livello?

"Sì sono sempre salito di categoria e adesso sono al top del livello calcistico dei College. In Missouri il livello è veramente molto alto, nemmeno io mi aspettavo che fosse così elevato, l’intensità è altissima. Ci sono ragazzi da tutto il mondo, figurati che gioco in squadra con gente che arriva dal Real Madrid".

Con l’aumento del livello del calcio giocato è aumentata anche l’intensità degli allenamenti?

"Be’ sì, giochiamo ogni tre giorni e ci alleniamo tanto sia sul campo che in palestra. Qui sono tutti molto più fisici, sono atleti al 100%. Ci sono ragazzi di 18 anni che sono alti 2 metri e sono muscolosissimi".

Che campionato fate?

"Siamo nella NCAA che sarebbe il campionato nazionale, di tutti gli stati".

Possibilità di vincere il campionato?

"Per quest’anno ormai no perché siamo stati eliminati ai play-off della Conference. L’anno scorso invece ci siamo andati veramente molto vicini, siamo usciti al round 3, ovvero ai quarti di finale".

In che ruolo giochi?

"Sono un esterno alto, quindi gioco in attacco".

C’è un calciatore a cui ti ispiri o ti sei ispirato in passato?

"Be’ da romano non posso che dirti Francesco Totti".

Come ti trovi oggi negli USA, ti senti parte di questa comunità?

"Assolutamente sì, mi sono perfettamente integrato, ho moltissimi amici sia internazionali che americani, mi trovo veramente benissimo. Poi si cresce. Adesso parlo perfettamente inglese ma devo migliorare l’accento, anche se poi l’accento piace".

Ti manca qualcosa dell’Italia?

"Un po’ il cibo perché noi italiani siamo abituati un po’ troppo bene, e poi Roma perché è… Roma".

Roma e l’Italia come le vedi più come posto dove vivere o dove andare in vacanza?

"Adesso come posto dove trascorrere le vacanze".

Come ti vedi nel futuro?

"Mi piacerebbe rimanere ancora un paio di anni qui, ma un giorno mi piacerebbe tornare a Roma, perché casa è sempre casa. Anche se poi non puoi sapere cosa succederà".

Com’è la tua routine quotidiana?

"Mi alzo presto, faccio colazione poi ho lezione dalle 9.30 alle 12.30, pausa pranzo veloce a casa e alle 2.30 inizio gli allenamenti in campo e poi ci spostiamo in palestra. Facciamo tanto lavoro e arrivo alle 7.30 a casa, mangio e mi metto a guardare gli assignement, che sarebbero i compiti".

Qual è la bellezza della vita del college?

"Qui è tutto diverso, è tutta un’altra cosa. Credo che sia un’esperienza che può far paura all’inizio, magari se pensi che non sai la lingua o che non conosci nessuno, però una volta che ti abitui è fantastica".

Cosa diresti a un ragazzo o a una ragazza che non hanno ancora deciso se spostarsi o meno?

"Gli direi semplicemente buttati, non ci pensare perché poi tutto il resto viene da sé".

C’è qualcosa in questi tre anni di vita americana che ti ha, non dico turbato, ma fatto pensare?

"Be’ quando pensi al futuro che non sai mai cosa succede e quindi inizi magari a pensare forse è meglio se torno, o forse no".

Ce l’hai ancora il sogno di giocare nel campionato professionistico americano?

"Sì, sto trattando con una squadra dove potrei giocare a partire da gennaio 2026".

Se potessi esprimere un desiderio rispetto a questa tua esperienza americana, cosa chiederesti?

"Di avere altri 4 anni di eleggibilità per studiare ancora e stare al College".

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