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l'intervista
02 Marzo 2016
Paolo Caputo, tecnico del Fregene Foto © Laconi
Una serie positiva che dura da tre partite (due vittorie e un pareggio) e una classifica che permette di poter sognare la salvezza diretta nonostante una rosa giovanissima. Il Fregene di Paolo Caputo ha fatto passi da gigante e, recuperati alcuni giocatori infortunati, ha iniziato a macinare punti. La strada è ancora lunga, ma l'obiettivo è alla portata. Il tecnico tiene alta l'attenzione, ma è orgoglioso della crescita dei suoi ragazzi: “Stiamo costruendo le basi per il futuro”.
State dando un segnale importante, nonostante la linea verde e il budget ridotto.
“Domenica abbiamo schierato otto under in campo, i ragazzi stanno maturando e acquisendo convinzione. Abbiamo giocato sempre bene, ma ora abbiamo più consapevolezza nei nostri mezzi. Schiero sempre un '99 e ne abbiamo fatti esordire sette. I tre risultati di fila ci hanno dato ossigeno e stiamo mettendo le basi per il futuro”.
Importante l'apporto di Rossi, che ha segnato sette gol in campionato.
“Lo conoscevo dai tempi dell'Ostiamare, avendolo allenato quattro anni fa. Ha avuto un avvio poco brillante a San Cesareo e con noi si sta rilanciando”.
La lotta salvezza è serratissima.
“Vogliamo centrare l'obiettivo, con o senza play out. Adesso ci saranno tanti scontri diretti in cui ci giocheremo molto”.
Il primo domenica con l'Atletico Vescovio.
“All'andata eravamo ancora in fase embrionale e perdemmo 3-2. Loro sono una squadra che fa dell'agonismo e della compattezza i loro punti forti: servirà umiltà per vincere la partita”.
C'è qualcuno dei tuoi ragazzi che ti ha impressionato?
“I '99 hanno avuto una crescita enorme, non hanno accusato il salto di categoria, neanche a livello fisico. Hanno le qualità, ma se vorranno affermarsi dipenderà solo da loro”.
Che ne pensi dell'attuale regola sugli under?
“Ho sempre giocato con i giovani. Io la ribalterei: mettiamo l'obbligo di massimo quattro over in campo, così torneremmo al dilettantismo vero. In questo momento c'è troppa differenza tra le prime in classifica e le piccole, sia a livello tecnico che economico. Se molti under non sono all'altezza è anche colpa degli allenatori: spesso hanno difficoltà anche a livello di coordinazione. Bisogna lavorare bene dal settore giovanile, invece molti lasciano a desiderare”.
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