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l'intervista

Vis Artena, Granieri: "E' vero, lascio per una mia scelta"

Il tecnico spiega i motivi della separazione: "Il patron Di Cori ha provato a trattenermi, ma per motivi di lavoro ho dovuto declinare"

15 Giugno 2016

Mirko Granieri lascia la Vis Artena © Ritieri

Mirko Granieri lascia la Vis Artena © Ritieri

Il girone B in questa stagione ha consacrato quattro allenatori giovani, che non a caso hanno occupato le prime quattro posizioni: Santoni, Catanzani, Granieri e Greco. Proprio il tecnico dell'Artena ha confermato l'indiscrezione arrivata alla nostra Redazione, lascia il club rossoverde dopo due stagioni in cui ha centrato a sorpresa una finale di Coppa Italia (persa con l'Albalonga) e un terzo posto che ha lasciato un po' di amaro in bocca. L'esonero del 20 Dicembre, che avevamo molto criticato visti i risultati della squadra, poi il dietrofront societario dopo una serie di risultati deludenti e il ritorno in panchina: una media punti superiore ai 2.5 punti da quando è rientrato, che ha portato la Vis Artena a giocarsi il secondo posto fino all'ultima giornata. Rincorsa che si è infranta sul palo colpito nel finale di gara dall'Audace nello scontro diretto con l'Anzio, con il destino che ha voluto fossero i neroniani a rappresentare il Lazio agli spareggi nazionali per poi centrare un meritatissimo ritorno in Serie D. Nonostante tutto, Mirko Granieri non fa polemiche e saluta a testa alta una piazza a cui ha dato tanto, ma nella quale è stato adottato da cittadini e tifosi. Una scelta dovuta a problemi di lavoro, nonostante il patron Sergio Di Cori abbia provato fino all'ultimo a trattenerlo, riconoscendogli il gran lavoro svolto.Mirko Granieri lascia la Vis Artena © Ritieri


Quali sono i motivi di questo addio?

“Ci tengo a sottolineare che si tratta di una mia scelta: Sergio Di Cori ha cercato di convincermi a restare, ma oggi gli ho comunicato la mia volontà. Con lui resta un ottimo rapporto. Per motivi di lavoro avrei difficoltà ad allenare l'Artena nel primo pomeriggio: tanti tifosi mi avevano chiesto di restare, qui ho tanti amici, ma la mia è una decisione che va al di là del calcio. Saluto tutti dopo due anni fantastici; sono arrivato qui grazie ad un'intuizione dell'ex presidente Nerino Tabanelli e penso di aver dato tanto a questa piazza, valorizzando anche dei giovani come Proia e Marinucci. Tengo a ringraziare gli allenatori del settore giovanile con cui c'è stato un confronto quotidiano, i giocatori e tutto lo staff con cui ho collaborato oltre, ovviamente, ai tifosi”.


Siete rimasti in corsa fino all'ultimo per il secondo posto, nonostante al tuo rientro in panchina la rimonta sembrava compromessa.

“Purtroppo l'unico punto nelle tre gare interne ottenuto tra la diciassettesima e la ventunesima di campionato è risultato determinante, anche se non era facile per chi è arrivato dopo di me fare subito dei risultati positivi. Poteva esserci un epilogo diverso, ma ho accettato la decisione della società di allontanarmi, pur non condividendola”.


Il momento più bello e quello più brutto di questi due anni?

“Il più bello è stato il grande attestato di stima dei nostri sostenitori all'ultima giornata a Morolo. Il più brutto la finale di Coppa Italia persa con l'Albalonga, dopo un'ottima prova, contro un avversario tecnicamente superiore”.


Cosa farai nella prossima stagione?

“Ho avuto qualche offerta e l'aspetto logistico per me sarà fondamentale. Anche se non dovessi iniziare la stagione, comunque, non sarebbe un dramma. Anche dopo due buoni campionati so che c'è il rischio di rimanere fermi: cerco un progetto serio dove si possa fare una giusta programmazione”.


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