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l'intervista
06 Luglio 2016
Luca Chessa (foto CPC 2005)
Luca Chessa classe '96 ex Ladispoli sarà quest’anno uno dei portieri che difenderà la porta della Compagnia Portuale, che seppur di giovanissima età vanta trascorsi in squadre professioniste. Dopo i primissimi anni passati a Fiumicino passa alla corte di Lotito e alla sua SS Lazio rimanendovi per tre anni, dopo i quali un anno alla Fiorentina, un anno alla Roma per approdare alla primavera del Pescara, in cui dopo aver giocato per sei mesi bisognoso di minuti giocati, linfa vitale per un portiere, passa alla Fonte Nuova in Eccellenza. Gli ultimi due anni dapprima gioca con lo Sporting città di Fiumicino per approdare al N fine nella passata stagione al Ladispoli, e con la storia recente che scriverà dal primo luglio con la CPC2005. Compito delicato il suo tra tanti giocatori di esperienza che dinanzi tenteranno di violare la sua porta, ma confortato dai pregevoli difensori portuali che avrà al suo fianco.Seppur giovanissimo hai militato in squadre di spessore, cosa ti ha “tarpato” le ali per continuare a quei livelli?
"Arrivare in certi ambienti non è per nulla facile, io ho avuto la fortuna di essere stato subito notato dalla Lazio che già da piccolino mi ha portato nel suo vivaio. Gli anni dopo ho girato ma senza trovare la giusta continuità, cosa molto importante per un giovane portiere che deve imparare. Resta il fatto che sicuramente si cresce sotto un lato tecnico ma al portiere serve la porta, l’adrenalina della partita e a quell’età (14 anni) serviva sbagliare giocando assiduamente e queste cose, soprattutto negli ultimi due anni, non le avevo trovate. Per questo e anche per vari avvenimenti ho deciso di venire a misurarmi nel campionato di eccellenza, rimettendomi in discussione".
Quale è il portiere professionista a cui ti ispiri?
"Mi piace molto come portiere Samir Handanovic. È spericolato ma al punto giusto, c’è stato un periodo in cui non ha brillato, ma poi ha fatto ricredere la maggior parte delle persone che lo criticavano, sostenendo prestazioni notevoli e anche per questo mi ispiro a lui. Anche se secondo me come abilità tecniche, anche come persona, il grande Gigi Buffon sarebbe da prendere come esempio per ogni portiere: un campione dentro e fuori al campo".
Cosa ti ha spinto ad accettare la corte della CPC2005?
"Sono stato contattato da mister Castagnari, ci siamo incontrati e che dire, mi è subito piaciuto tutto, a partire dall’ambiente! Penso che la prima impressione è quella più importante, ed ho subito avvertito un clima tranquillo, un ambiente sano dove si vuole far bene e con persone ambiziose, anche parlando con i presidenti (Sergio Presutti e Enrico Luciani ndr) ho avvertito questa sensazione di familiarità, ed è la cosa che mi è subito rimasta impressa, e per questo ho deciso di vestire questa maglia".
Scelto dal mister per la tua affidabilità e bravura, seppur di giovanissima età sarai il portiere di questa squadra: ti preoccupa affrontare un campionato così difficile e se ti peseranno le responsabilità?
"Impiegare un giovane portiere in una squadra non è mai facile, bisogna avere tanta fiducia, e per questo ringrazio il mister che mi sta dando questa responsabilità. Per mia fortuna ho sempre giocato in squadre importanti ed ho imparato tantissimo da quelle bellissime esperienze. Non ho tanta preoccupazione ad affrontare il campionato, un portiere è pieno di responsabilità ma queste non devono pesare, altrimenti non potremmo fare questo ruolo".
Davanti a te come compagni di reparto avrai giocatori temprati e d’esperienza che hanno già militato in questa categoria. Il feeling con i due centrali quanto è importante per non prendere gol? E quale è secondo la ricetta migliore per giocarsela senza rischiare troppo dietro?
"Avere davanti a te giocatori esperti fa sempre bene, sia per una crescita personale sia come tranquillità. Ilfeeling è molto importante quantomeno dalle due parti ci deve essere fiducia reciproca, questa secondo me è una cosa fondamentale. Se il mio difensore non si fida di quello che posso fare c’è qualcosa che non va, e va subito risolto. Sono uno di quelli che pensa che rischiare in difesa sia sbagliato, soprattutto nel reparto arretrato dove anche una piccola svista può compromettere il risultato. Le cose vanno fatte quando c’è il modo o la situazione, non per forza".
Il ruolo del portiere è dedizione e tanto lavoro e con Massimo Izzi tutto questo non mancherà. Quale è la tua dote migliore tra i pali?
"Il ruolo del portiere è un ruolo molto particolare e va curato nei minimi dettagli, anche sotto un aspetto mentale, che forse è l’aspetto più importante e anche solo per affrontare una sola gara. Mi hanno parlato molto bene del preparatore, sarò felice di lavorare con lui ed ascoltare i suoi consigli per migliorare di volta in volta. Forse una dote e anche una cosa che mi piace fare in particolare sono le uscite basse sui piedi dell’attaccante, danno molta soddisfazione".
Concludendo: che annata ci aspetta secondo te in questa prima stagione d’Eccellenza per la CPC2005?
"Le squadre neo promosse sono un’incognita, penso solo che con il lavoro e l’impegno, con uno staff alle spalle che ci guiderà nel modo giusto, potremmo toglierci molte soddisfazioni. Ce la giocheremo con tutte, poi chi lo sa".
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