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l'intervista

Flavio Catanzani è già pronto: "L'Unipomezia è il top"

Il neo tecnico pometino si proietta verso la prossima stagione: “Con il presidente Valle c’è stata un’intesa immediata"

25 Luglio 2016

Flavio Catanzani © Arianna Finelli

Flavio Catanzani © Arianna Finelli

Per quanto non tutti saranno d’accordo, ho sempre creduto che ci siano storie che solo il calcio sa raccontare, belle perché velatamente inattese, raggiunte con l’umiltà di chi può ammettere di avercela fatta con le proprie forze. Nessuna scorciatoia, quanto piuttosto un cammino lungo una stagione, di quelle che meritano un posto in prima fila nei ricordi di chi ha avuto il privilegio di viverla, da spettatore o da protagonista in campo. Ad Anzio potranno intuire facilmente che la mia breve digressione è dedicata a loro e a chi ha reso possibile, contro il pronostico dei più scettici e degli invidiosi, un immediato ritorno in Serie D dopo un solo anno di purgatorio in Eccellenza. È luogo piuttosto comune in questi casi attribuire al gruppo più che al singolo i meriti di quello che non per sbaglio assume le fattezze di un vero e proprio miracolo sportivo, ma avendo più volte celebrato il capolavoro messo a punto dai vari Loria, Piccheri e Guida, è mia intenzione porre sotto la luce dei riflettori chi per primo ha creduto nella riuscita di un progetto così ambizioso. Parlare di Flavio Catanzani non è cosa semplice per chi vuole evitare di cadere nel retorico o semplicemente distaccarsi da un ridondante canovaccio. Lo facciamo perché nuovi progetti si intravedono all’orizzonte e ci impongono di voltare pagina. È notizia nota che il tecnico nettunese sederà sull’ambita panchina dell’Unipomezia. Un connubio che sembra funzionare alla perfezione. La società del presidente Valle, fresca di promozione, ha identificato in Catanzani il profilo giusto per una programmazione seria che possa regalare a questi colori palcoscenici di spicco.Flavio Catanzani © Arianna Finelli


Cosa ti ha convinto ad accettare la proposta del presidente Valle?

“Credo che l’Unipomezia sia una delle realtà più belle del panorama laziale, il sì detto al presidente è frutto di un incontro in cui ho percepito il suo attaccamento al calcio in genere e a questo progetto nello specifico. Siamo entrambi di Nettuno, l’intesa è stata immediata.”


Hai avuto altre proposte? Si vociferava di un interessamento da parte di alcune società di Lega Pro.

“Sì, ma nessuna che potesse competere con quella dell’Unipomezia di cui vado ovviamente orgoglioso. Categorie superiori spero di poterle raggiungere alla guida di questa squadra.”


Quali sono gli obiettivi per la prossima stagione?

"Fare bene sia in Coppa Italia che in campionato. I mezzi messi a disposizione dalla società sono tanti, non è nostra intenzione nasconderci. Vogliamo disputare una stagione ad alti livelli, da protagonisti”.


Tra gli eroi di Anzio c’è qualcuno che vorresti a Pomezia? È un modo per chiederti a che punto è il mercato.

“Il mercato è quasi ultimato, credo che la vera operazione in entrata sia stata quella di riconfermare i protagonisti

della scorsa stagione. Insieme al presidente stiamo completando la rosa dopo gli innesti di Monteforte, Casciotti, Morici e Mancini. Sono ovviamente legato al mio gruppo di Anzio, ma ad oggi nessuno mi seguirà in questa avventura. Questo non toglie che in futuro non possa pensare a qualcuno di loro qualora dovesse servire.”


Sei reduce da un anno fantastico. Cosa hai saputo dimostrare a te stesso e al calcio laziale?

“Al calcio laziale credo nulla, i risultati raggiunti sono il frutto di un lavoro svolto con umiltà. A me stesso credo invece di aver dimostrato che, nonostante la mia ostinata testardaggine, quando mi getto a capofitto in un progetto so uscirne anche vincitore.”


È stata l’occasione giusta per toglierti qualche sassolino dalla scarpa?

“Assolutamente no. Sapevo che non sarebbe stato facile visto che ad Anzio avrei dovuto lavorare in condizioni

economicamente poco rassicuranti e che mi sarei trovato alle prese con tanti giovani, ma ringrazio tutti coloro che mi hanno spinto ad accettare la sfida.”


Quando si raggiungono traguardi così importanti ci si sente spesso in dovere di ringraziare qualcuno.

“Devo essere grato al presidente Rizzaro, al mio staff, che in parte mi seguirà a Pomezia, ai giocatori che non hanno mai messo in discussione le mie scelte e ai tifosi che mi hanno apprezzato nonostante la rivalità con i nettunesi.”


C’è stato un momento della stagione in cui hai capito che avresti centrato la D?

“Paradossalmente l’ho compreso alla penultima giornata quando abbiamo perso in casa con il Cassino, una sconfitta

che ci costrinse a battere l’Audace nell’ultimo turno di campionato.”


Credi che sarà possibile ripetere l’impresa a Pomezia?

“La probabilità di riuscirci a è di 1 su 18, perché 17 sono le nostre avversarie.”


Anche se i gironi non sono ancora noti, quali sono le squadre da temere?

“Non bado a queste cose, la mia unica preoccupazione è l’Unipomezia. Dobbiamo fare bene indipendentemente

dall’avversario, che sia nel più tecnico girone A o nel più fisico girone B.”


Qual è il tuo sogno nel cassetto?

“Chi vive di calcio ha il diritto e forse anche il dovere di sognare in grande, di vedersi un giorno sulla panchina della

nazionale per esempio. Mi rassicura pensare che il mio sogno sia lo stesso del presidente Valter Valle. Fare calcio professionistico".

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