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il caso
13 Marzo 2017
Non deve essere stato breve il viaggio dell'arbitro Andrea Bordin che, nella mattina di ieri, si è ritrovato ad arbitrare il match tra Roccasecca e Colleferro. Da Bassano del Grappa alla Ciociaria per arbitrare una gara del campionato di Eccellenza laziale. Non è ovviamente un caso isolato, dato che ormai la presenza di arbitri che vengono da fuori regione è sempre maggiore. Spesso capita di imbattersi in direzioni di gara non propriamente perfette, che spesso lasciano spiazzati allenatori, giocatori e dirigenti. Questo quello che è successo al ds del Colleferro Andrea Angelucci, che è tornato da Roccasecca con una sconfitta per 1-0 al termine di una partita disputata su un campo non propriamente perfetto e dopo un arbitraggio alquanto deludente: “Sono da sempre contrario alla presenza di arbitri che arrivano da altre regioni – commenta Angelucci - Non riesco proprio a capirne l'utilità. Oltretutto mi sembra che spesso questi fischietti arrivino con un atteggiamento sbagliato. Probabilmente il fatto di dirigere persone che sicuramente non incontreranno nuovamente in carriera li porta ad essere supponenti e poco inclini ad un dialogo. Forse un arbitro della sezione di Aprilia, di Roma 1, di Tivoli, che ogni domenica ha a che fare con questo campionato e questi ambienti, ha più interesse a costruire un rapporto sereno e di stima reciproca con gli addetti ai lavori. Oltretutto, conoscendo meglio le squadre che va ad arbitrare, un direttore di gara laziale è sicuramente più preparato e consapevole di cosa si troverà davanti”. In questa stagione il Colleferro ha avuto decisamente poca fortuna con i direttore di gara di fuori regione: “Ricordo il signor Catanzaro di Catanzaro che gestì la partita contro l'Aprilia in maniera disastrosa. La stessa cosa è accaduta ieri a Roccasecca. Non può essere un caso che ogni volta che capita un arbitro non del Lazio scaturiscano polemiche. Per me loro pensano di fare una sorta di gita fuori porta, dirigere una gara e poi tornarsene tranquillamente a casa senza preoccuparsi di quello che si è fatto”. Un atteggiamento, quello degli arbitri, che può scaturire anche dagli ambienti che si trovano a dover affrontare: “Immagino che per loro non debba esser comunque semplice arbitrare partite in strutture inadeguate o in condizioni spiacevoli. Probabilmente arrivano con un stato mentale ed emotivo difficile e questo li porta a non essere sereni nel corso della gara. Anche per questo credo che un arbitro di zona sia preferibile, dato che sa alla perfezione a cosa va incontro”.
Questo è solamente uno dei tanti problemi del nostro calcio regionale: “Di cose che non funzionano ce ne sono tante. Non è pensabile che ancora oggi si vada a giocare in strutture fatiscenti, con campi al limite del ridicolo. Oppure che alcune società lavorino bene fino a dicembre, per poi smantellare tutto e falsare il campionato. O ancora, perché ci sono i play out per non retrocedere ed invece non si giocano i play off per decidere la squadra che andrà a fare gli spareggi nazionali? Le problematiche sono molteplici. C'è un sistema calcio da rifondare per tornare a crescere ed uscire dalla situazione odierna che è veramente terrificante”.
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