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L'intervista

Peri indica la via: "L'Unipomezia vuole vincere"

Il direttore sportivo pometino presenta il progetto futuro della società: dalla prima squadra al settore giovanile

20 Giugno 2017

Piero Peri

Piero Peri

Piero Peri

Piero Peri è pronto a vivere la sua prima vera stagione nel ruolo di direttore sportivo dell'Unipomezia. Il suo arrivo, durante la pausa invernale dello scorso campionato, ha portato quel cambio di marcia tanto atteso. Dalla sosta natalizia fino al termine della stagione l'Unipomezia ha seguito un ruolino di marcia di alta classifica, oltre a mettere le mani sulla Coppa Italia. Risultati resi possibili proprio dall'intervento di Peri, che ha letteralmente rivoluzionato la rosa, oltre a portare un nuovo tecnico sulla panchina rossoblu. Tra passato e, soprattutto, futuro il direttore sportivo presenta il nuovo progetto targato Unipomezia.


Direttore, lo scorso anno è arrivato nel momento più difficile della stagione. Lei si è subito messo al lavoro e siete riusciti a far ricredere anche i più scettici.

“A dicembre eravamo penultimi e tutti, soprattutto i giornalisti della domenica sera nei loro ampi dibattiti, ci davano già per retrocessi. Sono in questo mondo da un po' di tempo ed un po' di esperienza l'ho accumulata. Ho iniziato negli anni '80 nella Pro Pomezia, di cui sono stato anche il presidente, e su questo territorio sono molti i giocatori che sono passati da quella squadra. A dicembre ho accettato di venire all'Unipomezia perché ho trovato una società che mi calza alla perfezione. Sono arrivato in un momento in cui erano necessari dei cambiamenti: abbiamo preso 12-13 giocatori, chiamato un nuovo tecnico sia per la prima squadra che sulla panchina di alcune formazioni giovanili. Il lavoro di Punzi e di Quercioli ha portato i risultati sperati. Alla fine una bella salvezza e la vittoria della Coppa Italia rappresentano obiettivi importanti. Senza dimenticare anche la promozione in Elite della Juniores con Recchia in panchina. Alla fine sono i risultati che parlano”.


Un cambio radicale.

“Questa deve essere la Juventus del calcio dilettantistico. Vogliamo dettare delle regole precise a giocatori e dirigenti per dare la giusta immagine della nostra società. Mi trovo alla perfezione sia con il presidente Valle che con il dottor Stazi, che sono ambiziosi proprio come me”.


Archiviata la scorsa stagione, qual è l'obiettivo futuro?

“Vogliamo vincere, ma chi viene qui deve prima sposare il nostro progetto. Avere un'organizzazione e delle idee chiare è fondamentale. I giocatori che sono all'Unipomezia sono tutti bravi ragazzi e hanno ben chiaro in mente quello che vogliamo fare. Il presidente è sempre presente e molto attivo e lavoriamo in perfetta sintonia”.


Quest'anno avrà la possibilità di impostare la stagione dall'inizio. Come cambierà il suo modo di agire?

“Naturalmente cambierà molto a partire dalla scelta dell'allenatore. Francesco non era più disponibile per motivi lavorativi, ma conosco Sasà quando ancora giocava. Il mio compito consiste nell'accontentare il tecnico ed i giocatori che abbiamo preso sono tutti in funzione delle sue esigenze. Lo scorso anno è servito per maturare, non dimentichiamoci che eravamo una matricola. L'obiettivo è quello di vincere ed il programma è quello di portare questa squadra al più presto in Lega Pro. Sarà un percorso lineare, la rosa sarà giovane, in modo da non dover fare una rivoluzione ogni anno, ma solo qualche aggiustamento”.


Bisogna anche ripartire dagli errori del passato.

“Il fatto che il presidente abbia voluto al suo fianco una figura come la mia indica la volontà di cambiare. Dobbiamo prendere gli errori commessi come insegnamento per non ripeterli in futuro”.


Lei è nato a Pomezia e non ha mai nascosto il suo senso di appartenenza a questo territorio. Quali stimoli in più le dà la possibilità di lavorare in una squadra della sua città?

“Negli anni '70 facevo Judo, il calcio già c'era ma non esisteva neanche il Comunale. Sono orgoglioso di essere di Pomezia ed il mio obiettivo è, da sempre, quello di portare la squadra di questa città ad alti livelli. Se esistono Sassuolo o Chievo non vedo perché non ci possa essere l'Unipomezia”.


Un progetto ambizioso che ha bisogno anche della componente politica.

“Mi auguro che l'amministrazione capisca i grandi sforzi che stiamo compiendo. Arrivare in Lega Pro senza poter giocare a Pomezia non ha senso. Così come non ha senso giocare a Roma o ad Aprilia. Spero ci mettano in condizione di giocare nella nostra città. Con un presidente come Valle ci sono le potenzialità per fare anche meglio della Lega Pro, ma abbiamo bisogno di un sostegno per quanto riguarda l'impianto. Noi facciamo il nostro, spero che gli altri facciano la loro parte”.


Cosa dobbiamo aspettarci dalla prossima stagione?

“Per quanto riguarda il settore giovanile ci stiamo strutturando. Quando sono arrivato lo scorso anno ho messo qualche toppa. Ora stiamo ripartendo con le persone giuste. Dobbiamo lavorare molto sulle giovanili per prendere tutte le categorie Elite. Giovanili che devono essere composte da ragazzi di Pomezia e del territorio circostante. Con la Juniores vogliamo allestire una squadra che possa competere per il vertice. Per l'Eccellenza vogliamo vincere il campionato e la Coppa Italia. Se non hai obiettivi ambiziosi non ha senso partecipare”.


A Pomezia c'è anche un'altra squadra importante che si sta muovendo molto sul mercato con colpi molto importanti. Come la vivete questa rivalità cittadina?

“Per correttezza non guardo mai in casa degli altri, sono sempre stato abituato a pensare alle mie cose. Da parte nostra non c'è nessuna rivalità, anzi c'è interesse per tutte le realtà sportive pometine. Qui ci sono società che fanno sacrifici con il basket o con la pallavolo. Non abbiamo il tempo per pensare a rivalità o altro. Ci saranno i derby, che saranno belli e corretti. Quello è l'importante. Poi è il campo ad essere il giudice. A maggio si tireranno le somme e si traccerà il bilancio del lavoro svolto”.


Niente sarebbe possibile senza una società forte alle spalle.

“Voglio fare un plauso al presidente Valle e al dottor Stazi, che hanno impostato al meglio la società. Sono felice di essere salito in corsa, ma mi sento parte integrante del progetto. Ringrazio per la fiducia e per la disponibilità che mi è stata data per poter lavorare al meglio”.

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