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L'analisi
20 Novembre 2017
L'esultanza della Cavese a fine gara (©Camilloni)
Senza dubbio la prestazione più bella dall'inizio dell'anno, quella della Cavese, contro l'ormai ex capolista Audace Savoia. Nel giorno del ritorno all'Ariola, i biancocelesti di Alvardi sono stati senza mezzi termini impeccabili dall'inizio alla fine prendendosi il lusso di battere una grandissima formazione come quella di Daniele Greco. Il 2-0 conclusivo è stato figlio di una prova ad altissima intensità, giocata quasi col coltello tra i denti dai caviselli che con un gol per tempo si sono presi l'intero bottino a disposizione.
Una Cavese che, in un match di fondamentale importanza, è stata trascinata letteralmente dagli storici senatori del gruppo. Il regista Giacchè, oltre alla rete su rigore e alla gran palla regalata a Matozzo per il raddoppio, è riapparso decisamente ringiovanito, apportando tantissima sostanza nella parte nevralgica del campo uscendo quasi stremato. Ed è stato proprio il capitano l'altro leader dell'undici di Alvardi, ritrovando quel tocco geniale e quella brillantezza che per moltissime volte in passato ha fatto la differenza. In difesa Stazi e Corsi hanno issato una diga vera e propria, disputando una gara di assoluta attenzione braccando praticamente sempre un giocatore del calibro di Calì. Una grandissima mano i biancocelesti l'hanno avuta anche dai più “piccolini”, il vero motore della Cavese. I terzini Pepe ed Antocchi sembravano dei vetarani, Blandino a metà campo si è rivelato un motorino inesauribile, Krasniqi davanti avrebbe meritato sicuramente il gol. La Cavese ammirata ieri mattina si è messa sin da subito a testa bassa, cercando di imprimere i propri ritmi limitando al contempo il rapido gioco palla a terra dell'undici di Genazzano. Marcature raddoppiate e a volte triplicate, un centrocampo che ha corso per dieci ed un attacco che, viste le ultime due uscite, sta ritrovando lucidità. Segnali incoraggianti il tecnico Alvardi li aveva avuti già nella precedente trasferta sul campo dell'Insieme Ausonia e ripetersi contro l'Audace, sfoderando la partita perfetta, non può far altro che aumentare l'autostima generale di un gruppo che, dopo una prima fase di sbandamento, sembra adesso essersi messo sui giusti binari, potendo inoltre contare da qui in poi di quella preziosissima spinta proveniente dall'Ariola, ieri fantastico e con la propria tifoseria il dodicesimo uomo in campo.
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