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Boreale, parla Villi: "Vescovio squadra temibile, siamo pazienti"

Così il direttore sportivo dei capitolini a due giorni dal play out dell'Urbetevere, contro un Atletico comunque privo di Bornigia e Palazzolo

Una stagione sicuramente complicata, sofferta e che ha riservato alla Boreale Don Orione soltanto un piazzamento nella griglia play out. La formazione guidata ora da Bruno Baldari si è classificata in 16esima posizione all’interno del girone A, un gruppo mai così incerto come quest'anno con la lotta salvezza che ha regalato spettacolo sino all’ultima giornata. Adesso, però, i margini di errore non esistono più e tra due giorni la Boreale Don Orione dovrà vedersela in casa di un Atletico Vescovio che sarà sicuramente privo di Bornigia e Palazzolo (entrambi per squalifica). Dalle parti del Don Orione si respira comunque un atmosfera abbastanza serena, come si evince dalle parole del direttore sportivo Maurizio Villi: “Da parte nostra c’è senza dubbio grande motivazione, come lo sarà per l’Atletico Vescovio che vorrà anch’esso il successo sul campo. Arriviamo al match con la rosa al completo, fatta eccezione soltanto per Privitera, ai box ormai da tempo. In settimana tutto sommato ci siamo allenati bene e speriamo che domenica vada tutto per il verso giusto. Seppur senza due giocatori chiave, l’Atletico Vescovio è una squadra temibilissima. Ci vorranno nervi saldi e lucidità fino al 90’ o addirittura per 120 minuti in caso di supplementari. Sarà partita vera, loro hanno un grande allenatore e sono un team molto organizzato. Siamo consapevoli che il Vescovio avrà due risultati su tre, ma non per questo dovremo avere fretta o esasperare per forza le giocate. Al contrario, ci vorrà pazienza e cinismo, cercando comunque di proporre il nostro gioco ma stando attenti per l’intero arco del match. In campionato siamo stati abbastanza sfortunati quando li abbiamo affrontati, sperando che stavolta la fortuna possa girare dalla nostra parte. In ogni caso siamo noi che siamo finiti in una situazione del genere e soltanto noi dobbiamo e possiamo venirne fuori”. 

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