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pre gara
14 Dicembre 2018
Scorsini (©CreCas)
Risale al 30 Settembre l’ultima vittoria da parte del Civitavecchia in un campionato di Eccellenza che, non vede i nero azzurri dunque sorridere in campionato, da ben 75 giorni. Proverà, con molta consapevolezza dei propri attuali limiti, a spezzare questa maligna catena, il nuovo tecnico dei nero azzurri Marco Scorsini. Il mercato di riparazione, portato avanti dalla proprietà e dal diesse Primo Petronilli con encomiabile dedizione, sembra possa dare una mano in tal senso ai tirrenici: certo l’Unipomezia anche se poco brillante al momento, appare comunque come una vera e propria cima impervia da scalare. “Sono consapevole - narra il mister della Vecchia Marco Scorsini- che sarà una partita dal coefficiente di difficoltà elevatissimo: l’Unipomezia ha un parco giocatori di grande caratura per la categoria, affrontarli in un periodo dove sono diciamo altalenanti non è proprio il massimo: vorranno fortemente riscattare la sconfitta interna subita da parte della Valle del Tevere”. Quattro giorni di allenamento per Scorsini a La Cavaccia col fine di immergersi, nel modo più tempestivo possibile, all’interno della problematica realtà nero azzurra che si è venuta a creare. “La squadra deve innanzitutto recuperare la fiducia necessaria per vivere le restanti 20 partite di campionato col massimo spirito positivo possibile: la classifica in questo momento va guardata solo come mezzo per incrementare la dose di rabbia e determinazione che, d’ora in poi deve contraddistinguerci sul terreno di gioco”. Davanti il reparto avanzato garantisce pericolosità e soprattutto prolificità: in mezzo, a centrocampo e, soprattutto dietro, c’è da lavorare parecchio. “Questo dicono i dati e i numeri vanno sempre rispettati. Il processo di crescita passa inesorabilmente attraverso un lavoro di squadra improntato alla solidità e, all’ordine tattico, da far quadrare in ogni fase di gioco: il Civitavecchia è una squadra logicamente spaesata ora”. Come si batte un team come l’Unipomezia: può bastare una grande prestazione corale? “Squadre come quella di patron Valle sono molto difficili da superare. Noi abbiamo l’obbligo di giocare ogni palla e di vivere ogni momento della partita come fosse vitale per la sopravvivenza in categoria perché così è. L’aspetto mentale in questi casi fa la differenza, limita il gap tecnico e fornisce energie magari sconosciute: non posso di certo portare di punto in bianco il mio credo calcistico all’interno di un gruppo che conosco da soli pochi giorni: in questi casi serve disponibilità ma anche tanta intelligenza da parte di tutti”.
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