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l'intervista
21 Febbraio 2019
Lorenzo Bernardi (©Francesco Cenci)
Lorenzo Bernardi non fa più parte della Virtus Nettuno ormai da qualche giorno, con l'ex vice-capitano dei tirrenici che tiene a precisare le motivazioni che l'hanno spinto ad optare per tale decisone.
"Non basterebbero tutte le pagine di un giornale per descrivere questa situazione e raccontare veramente come sono andate le cose, perciò ci tengo a chiarire la mia posizione a riguardo. La decisione di non tornare (specifico tornare perché la squadra aveva comunicato al presidente di andare via in seguito alle dimissioni del mister) deriva da un rapporto ormai deteriorato con il presidente Alessandro Mauro, purtroppo non sono riuscito a perdonare atteggiamenti che vanno ben oltre il calcio, situazioni che fino a qualche ora prima dell'incontro che c'è stato tra squadra e società erano considerate inadeguate e imperdonabili anche dai miei ex compagni di squadra e dal mister, tornate invece giustificabili qualche ora dopo, cosa che mi ha lasciato davvero incredulo, ma questa è un'altra storia... Dopo aver esternato al presidente i miei malumori ho lasciato lo spogliatoio salutando tutti e specificando che la decisione da me presa riguardava soltanto la mia persona. Tutto quello che è successo dopo non lo so, ma credo a questo punto che si sia trovato un "accordo" tra squadra e società per andare avanti fino a fine stagione visto che la squadra ha giocato e tra l'altro vinto nettamente (e di questo ne sono strafelice) qualche giorno dopo contro il Grifone Gialloverde, di conseguenza le situazioni e gli atteggiamenti di cui parlavo prima sono improvvisamente spariti non appena ho chiuso la porta dello spogliatoio... Ma questo è possibile e giustificabile visto che non siamo tutti uguali, resta però il fatto che a 32 anni mi ritrovo per la prima volta a dover far meno dello sport che più amo, non poter vivere la mia passione più grande, la passione di una vita, quella che ti fa sacrificare la famiglia, lavoro e il tempo libero e tanto altro, questo è quello che fa più male, ma chi legge questo articolo sa bene di cosa parlo, tanto da non dover nemmeno spiegare quello che provo in questo momento. Purtroppo o per fortuna i miei valori morali mi costringono quindi ad agire in questa maniera cosicché la mattina possa guardarmi in faccia sereno e fiero che nessun rimborso economico o passione possa superare i principi che un uomo dovrebbe avere per considerarsi tale. Detto questo auguro le migliori fortune alla squadra visto che in piccola parte c'è anche il mio zampino, e ai ragazzi più giovani che il mio comportamento gli sia d'insegnamento che nella vita ci sono cose più importanti di una palla che rotola. Il lato positivo è che ho molte domeniche libere per studiare tutti i giocatori dei vari gironi in modo da farmi trovare pronto per il prossimo anno".
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