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l'intervista
15 Maggio 2019
Nicola Salipante
In prospettiva, stando ai numeri e al valore globale che stava assumendo, il percorso del “suo” Montalto, probabilmente non avrebbe disputato il play-out. La storia è nota a tutti. Nicola Salipante, stimato, purtroppo da pochi seppur buoni, tecnico civitavecchiese, ha guidato la compagine di patron Francesco Moretti fino a Dicembre dove, in 15 gare ha raccolto 21 punti, di cui uno ad Ardea coi campioni del Team Nuova Florida, con la rosa addirittura ridotta ai minimi termini. Oggi, Salipante sta valutando un paio di offerte interessanti (Eccellenza e addirittura D) col fine di rientrare brillantemente in pista. A lui, che è un esperto del girone A, del Montalto e ovviamente del Civitavecchia, Gazzetta Regionale ha chiesto un’analisi da sviscerare riguardo agli accoppiamenti play-out ormai stabiliti. “Il play out è una partita a sè e, come tale, il suo esito è imprevedibile. Chi gioca in casa ha due risultati su tre, non è poco ma si vive solo ed esclusivamente sui nervi". Il Civitavecchia rispetto alle altre ha un attaccante che è vice -capocannoniere dietro ad un certo Aimone Calì su cui è piombata l’Atalanta: i tirrenici partono dunque favoriti. La Vecchia se la vedrà col Montalto, il Ronciglione dovrà compiere l’impresa in casa dell’Atletico Vescovio. “Tutto è possibile - prosegue Salipante - il Civitavecchia deve prestare attenzione ad un Montalto che non ha nulla da perdere: una squadra data per spacciata che ha ancora tra le sue fila gente che sposta gli equilibri in questa categoria come Seck e Rodriguez”. Interessante il punto di vista del noto mister riguardo allo spareggio tra gli uomini di Pansa e quelli di Lenzini. “Sono due squadre che fanno dell’agonismo la loro forza. Il Ronciglione nelle ultime gare di campionato, dove c’erano in palio punti pesanti, non ha mai tradito le attese, mettendo in seria difficoltà team molto blasonati”. Ecco poi una considerazione sul girone A di Eccellenza che, a differenza degli altri anni si è rilevato quanto meno atipico. “Durante le passate stagioni servivano 40/42 punti per ottenere la salvezza matematica: quest’anno la quota è scesa addirittura a 33. Il ritiro del Palombara ha pregiudicato la regolarità del torneo: qualche squadra in grande difficoltà ha beneficiato e parecchio di questa anomalia”. In conclusione battuta sul calcio in generale, su tante chiacchiere malsane che girano sul suo conto. “Oggi il livello di cultura nel calcio in generale non è proprio il massimo, lo vedo già ad esempio in riferimento alle tante falsità che circolano sul mio conto. Sono una persona semplice e seria che attende un progetto incline al mio modo di intendere lo sport. Bisogna anche andarla un pò a cercare la meritocrazia, non è bello onestamente ma questo è”.
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