Caso Palombara

Marino Rosati: "Vi racconto cosa ha fatto Valentini"

Il presidente della Virtus Campagnano a ruota libera sul caso Città di Palombara: "Il mio errore? Fidarmi di una stretta di mano. Campionato falsato"

È stato uno dei casi più spinosi di questa stagione, che ha dato adito a polemiche e accuse neanche troppo velate. Un tormentone ha accompagnato fino al termine della regular season, e anche oltre, il girone A di Eccellenza. Parliamo del caso Città di Palombara, di presunte quote non vendute, accordi disattesi e appuntamenti rimandati. Parliamo di un ritiro, anzi due con la Juniores, che per molti ha lasciato in eredità agli appassionati e agli addetti ai lavori “un campionato falsato”. Parliamo della “migrazione” della scorsa estate di Fabrizio Valentini dal CreCas alla Valle delTevere – con tanto di dichiarazioni dell'ex presidente del Palombara riportate dalla testata Calcio della Tuscia in occasione della presentazione della VdT – e lo facciamo con Marino Rosati, presidente della Virtus Campagnano. Colui che avrebbe dovuto gestire prima squadra e Juniores del club “a patto che ci fossero cedute subito le quote societarie” fidandosi di una stretta di mano che “si è rivelata fatale”.



Presidente Rosati, partiamo dall'inizio. Come è nato l'accordo con Valentini?

“Una sera ci siamo incontrati per mangiare una pizza qui a Campagnano. Con me erano presenti Laurini, che si presentò come direttore generale del Cre Cas e curatore del passaggio delle quote societarie in possesso per il 50% a Valentini e per l'altro 50% a Persichetti (l'ex presidente ndr), Valentini e un mio conoscente che preferisco non nominare, perché non c'entra nulla con tutta quella storia. Lo stesso Laurini propose Scorsini come allenatore. L'accordo prevedeva che la gestione della prima squadra e della Juniores sarebbe spettata a noi compresi i costi, a patto di rilevare fin da subito le quote societarie. L'unico vincolo era quello di giocare la domenica a Palombara. Ci siamo lasciati con una stretta di mano non firmando però il contratto preliminare e fidandomi solo della parola data. Cosa che poi si è rivelata fatale”.


Perché l'accordo non è mai stato rispettato?

“Abbiamo convocato Valentini più di una volta dal notaio per procedere alla cessione del club, ma lui non si è mai presentato, in nessuno degli appuntamenti concordati. Dopo l'ennesimo forfait abbiamo deciso di tirarci indietro sapendo di non poter far più fronte ai costi di gestione proprio perché senza le quote formalmente nelle nostre mani sono saltati gli accordi con i nuovi sponsor, anche importanti, che ci avrebbero garantito il prosieguo della stagione”. (Versione confermata anche dall'ex ds Fabio Cavalletto in una nostra intervista del 12 dicembre 2018, con tanto di dimissioni - Credo non ci siano più i presupposti per continuare con Valentini. Voglio sottolineare che la Virtus Campagnano ha mantenuto fede a tutti i suoi impegni, sia con il sottoscritto che con i ragazzi, pagando i rimborsi fino al 31 ottobre”). Clicca qui per l'intervista 


Una domanda sorge spontanea. Se fossero stati rispettati tali accordi, il Città di Palombara avrebbe finito la stagione?

“Sicuramente, e ci saremmo anche salvati dignitosamente. Avevamo provveduto a trovare gli accordi commerciali che ci avrebbero garantito di sostenere l'intera stagione. Ma non avendo garanzie da Valentini riguardo la cessione della società, gli sponsor si sono trovati in condizione di non poter accettare la collaborazione”.


E il ritiro di Juniores e prima squadra come è avvenuto?

“Avevo proposto a Ferramini di arrivare quanto meno a dicembre e con la riapertura delle liste, avremmo comunque cercato di rimpiazzare i giocatori e credo che ci saremmo riusciti. La scelta del ritiro è stata presa dallo stesso Ferramini e mi è stata comunicata solo a giochi fatti, come per quanto riguarda la Juniores.”


A suo giudizio l'ultimo è stato un campionato falsato?

“Certamente è falsato. Basti pensare al pareggio per 1-1 tra lo stesso Città di Palombara e la Valle del Tevere, che lascia tantissimi dubbi. Ai play off ci sarebbe dovuto andare il Real Monterotondo Scalo, visti poi i punti sottratti a tutte le squadre dopo il ritiro. E la gara vinta dal Palombara 6-1 contro il Civitavecchia? Anche la graduatoria dei playout sarebbe stata diversa”.


Quale sarebbe stato dunque lo scopo di Valentini?

“Non so perché non ha venduto, ma quello che sicuramente emerge è che dal ritiro del Città di Palombara ci hanno guadagnato soltanto Valle del Tevere e Civitavecchia”.


Una situazione che, ci raccontavi, ha avuto delle ripercussioni importanti anche sul lato privato.

“Sì, purtroppo quello che mi fa più male è l'aver messo in secondo piano la mia famiglia pur di portare avanti la società e garantire il rimborso a tecnici e calciatori. L'ho fatto perché mi reputo una persona per bene e quando ti si presentano casi nei quali magari ti dicono “non posso aspettare qualche giorno, ho da sfamare mio figlio” allora non puoi tirarti indietro in nessun modo. Ho sempre fatto in modo di accontentare tutti andando contro quelle che invece potevano essere le mie esigenze personali”.


Come procederai ora?

“Adesso sono più che convinto di lasciare il Campagnano già dal 30 giugno e probabilmente non avrò più nulla a che vedere con questo mondo che ad oggi mi ha dato delusioni difficili da cancellare. Non è giusto e mi dispiace, anche perché così facendo si va inevitabilmente a cancellare tutto ciò che in questi anni abbiamo costruito con passione e amore verso i ragazzi del territorio. Ho preso l'incarico quando c'erano poco più di 30 iscritti e passo dopo passo avevamo riportato entusiasmo in tutto il paese. Purtroppo anche da parte dell'amministrazione comunale non ho avuto nessun tipo di sostegno e da solo non posso più andare avanti, sono stanco e quest'ultima vicenda mi ha toccato profondamente”.


E dal punto di vista legale?

“Abbiamo intrapreso una causa e aspettiamo la prima udienza prevista per il 15 luglio, sperando di avere risposte decisamente più confortanti e augurandomi, soprattutto, di essere risarcito”.


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