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MERCATO
26 Giugno 2019
Marco Martelletta ©Menichini
Dopo poco più di vent’anni come calciatore della prima squadra della Vis Sezze, la maggior parte vissuti con la fascia da capitano orgogliosamente stretta al braccio, capitan Marco Martelletta ha annunciato di voler svestire la maglia rossoblù, per proseguire alla ricerca di nuovi stimoli e avventure. Nato e cresciuto nel settore giovanile della squadra del suo paese, capitan Martelletta ha sempre trattato i colori rossoblù con il rispetto di un professionista innamorato, anteponendo spesso la squadra e il suo ruolo di capitano a gratificazioni personali. Per questo, la Vis Sezze è orgogliosa di aver potuto contare su un uomo, un calciatore e un professionista di tale caratura, figlio di valori inscalfibili, corretto e onesto, indispensabile risorsa tecnica e personalità di spicco all’interno del gruppo.
La società Vis Sezze, attraverso le parole del presidente Marco Gaeta, ci tiene a ringraziare pubblicamente capitan Marco Martelletta: «Marco é e deve essere un esempio per tutti i giovani che indossano o desiderano indossare la maglia della Vis, per tutta una serie di aspetti, in primis per l’attaccamento dimostrato alla maglia e alla società. In un periodo in cui spesso i più giovani sono spinti a credere che determinati valori e le bandiere nel calcio non esistono più, ci auguriamo che la fascia che Marco ha voluto riconsegnare in mano alla società, gesto che noi tutti abbiamo apprezzato, venga raccolta in eredità da chi vorrà proseguire e tramandare ai posteri i valori e l’abnegazione che Marco stesso ha rappresentato in tutta la sua carriera. Marco Martelletta é stato un professionista serio, che spesso ha anteposto le necessità del gruppo e della società ai suoi personali e questo gli rende onore. In futuro Marco non vestirà la maglia della Vis, certo, ma le porte della Vis resteranno sempre aperte per lui: gli abbiamo proposto un posto in società, perché questa é casa sua e noi tutti saremo pronti a riabbracciarlo nuovamente, affidandogli nuovi compiti, nel caso in cui accetterà di far parte nuovamente della nostra società». Anche capitan Martelletta ci ha tenuto a salutare tutti i tifosi e la società Vis con un pensiero. Un pensiero che é per tutti un regalo dal valore inestimabile. Marco Martelletta: "Faccio fatica a descrivere quello che è stato il rapporto tra me e la Vis, sarà perche gli anni trascorsi con questa maglia sono veramente tanti o forse perché il legame parte prima di indossare gli scapini. Ero un bambino quando mio padre mi portava al Tasciotti a vedere le partite, e la passione, l’attaccamento che le persone di Sezze riuscivano a trasmette era qualcosa di incredibile. È lì che è iniziato a maturare in me quello spirito di appartenenza che non mi avrebbe più abbandonato. Era alla fine degli anni Novanta e il modo in cui veniva vissuto questo sport era molto diverso da oggi.La prima volta che mi presentai a un allenamento con le giovanili lo ricordo bene. Io giocavo a tennis, alle elementari c'era un bambino che ci invitava sempre a casa sua: due alberi ed un pallone e si giocava alla tedesca! Ho vinto anche tante “Coppe Campioni” così... Lo stesso bambino, poi, mi convinse a venire al campo. Perché dico questo? Perché, ironia del destino, quel bambino era Marco Gaeta. Non so quantificare quanto tempo sia passato da quel giorno, ma sono certo che sono passati ventuno anni dalla mia prima volta in prima squadra. Sapete cosa significano ventuno anni? Ventuno ritiri e altrettanti campionati? Quando si parla di preparazione in molti pensano allo sforzo fisico; a me, invece, viene in mente, causa forse l’età, i rapporti che si creano durante quel periodo, il dover imparare a condividere e collaborare per prepararsi al raggiungimento di un obbiettivo comune, il legarsi a persone con la quale condividerai fatiche gioie e dolori e che spesso vedrai più dei tuoi cari. Se di una cosa posso ritenermi fortunato, è quella di aver incontrato tante perone che posso considerare amici e nel calcio non è facile. Si sa che in questo mondo gli interessi spesso portano a prendere strade e percorsi differenti, ma quelle persone che fanno le cose con trasporto e passione ti entrano nel cuore. Per questo motivo, in questi due giorni, salutando la maglia che amo, ho spesso nominato persone che mi hanno accompagnato in tutti questi anni, dimostrandomi ogni bene... persone che, purtroppo, il destino ci ha portato via. Sto parlando di Antonio Dall'Aglio, di zio Lollo...loro non avevano interessi, ma amavano questo paese, e la loro passione era contagiosa. Mi auguro che nel mio piccolo sia riuscito anche io a trasmettere questa passione. Mi auguro che nei ragazzi che mi hanno conosciuto abbia lasciato un qualcosa di positivo. Spero sopratutto di aver lasciato qualcosa ai ragazzi più giovani.Lascio questa maglia felice di aver dato sempre tutto quello che mi era possibile dare. È stato un onore combattere per la squadra del mio paese, perché nonostante il calcio sia semplicemente un gioco, é stato per me un modo per difendere un'identità ricca di tradizioni e storia. Al di là della categoria, il leone che si indossa rappresenta più di quello che tanti ragazzi che vengono da fuori immaginano. Ho indossato questa maglia sotto diverse gestioni e le ringrazio tutte, perché è merito loro se sono rimasto per tutto questo tempo. Ringrazio Bucciarelli, Bottoni, 'zi Renato, Billy, Marco Gaeta e tutte le persone che hanno lavorato con loro. Ringrazio Sisto Giorgi, che mi è stato sempre vicino (anche lui a primavere vissute con la Vis nel cuore non scherza!) che, come ho gia detto, è stato per me come un nonno! Ma su tutti vorrei ringraziare i miei compagni di squadra, vecchi e nuovi: quella ottenuta quest'anno è la vittoria di tutti, di chi ha combattuto per vincere il campionato e chi ha lottato a denti stretti quando le cose andavano male. La Vis é una famiglia. Cosa farò, ancora non lo so. La voglia di indossare gli scarpini è ancora tanta, ma non la vivo come un assillo. Ciò di cui sono sicuro è che il nostro non é un addio, ma un arrivederci!".
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