Cerca

l'intervista

Enrico Rondoni: "All'Astrea tre anni stupendi, ora una nuova sfida"

Il centrocampista classe '98 saluta i ministeriali dopo le ultime stagioni vissute da protagonista e al centro del progetto

29 Giugno 2019

Rondoni (©Del Gobbo)

Rondoni (©Del Gobbo)

Rondoni (©Del Gobbo)

Dopo tre stagioni da protagonista, nonostante si tratti di un giovane classe '98, Enrico Rondoni saluta l'Astrea ed è pronto a confrontarsi con una nuova avventura. Il forte centrocampista centrale, premiato anche da Gazzetta Regionale con la Top 11 di Eccellenza nel girone di ritorno, può rappresentare adesso uno dei pezzi pregiati della sessione estiva di mercato e non potrebbe essere altrimenti, viste le sue grandi qualità in campo e dal punto di vista umano.


Ciao Enrico, un tuo bilancio della stagione appena conclusa, per te una conferma, al di là dell'infortunio che ti ha tenuto fermo nel finale.

“Sì, è stata una bella stagione sia dal punto di vista personale sia per quanto riguarda il percorso della squadra, per l'ennesima volta siamo stati lì lottando fino alla fine. Poi, purtroppo non siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo. É stata comunque una bell'annata e sono contento. Sono un po' dispiaciuto per l'infortunio che mi ha tenuto fuori per quattro/cinque giornate, ma alla fine può succedere. L'importante è rimettersi in forma e tornare come prima. Fortunatamente è stato un piccolo infortunio quindi nulla di cui preoccuparsi”.


Negli ultimi anni sei stato il faro del centrocampo dell'Astrea, cosa ti ha portato alla decisione di cercare nuove avventure?

“Negli ultimi anni l'Astrea mi ha dato tantissima fiducia, sono riuscito a farmi valere sia per merito mio, sia per merito del mister e dei direttori che hanno creduto in me sin dall'inizio. Ho deciso di cercare nuove avventure perché sono sempre pronto a sfidarmi. So di aver vissuto tre anni bellissimi ma sento di dover fare ancora di più, magari trovando una squadra per rimettermi in gioco in un ambiente dove non conosco nessuno e dove non sono ancora nessuno all'interno dello spogliatoio, riuscendo comunque a farmi valere prendendomi uno spicchio della torta”.


Quanto è difficile lasciare un club come l'Astrea? Squadra di vertice, clima disteso ecc... Quali sono le tue sensazioni?

“Lasciare l'Astrea è un qualcosa di molto difficile, perché al di là dell'aspetto calcistico è una famiglia vera e propria. Una squadra che ti prende, ti accompagna e ti mostra quali sono i valori e il rispetto, ma anche dal punto di vista calcistico ti aiuta tantissimo. A me mi hanno aiutato davvero molto sia i dirigenti che i ragazzi, giovani e grandi. Mi hanno fatto capire che potevo giocare e che potevo andare bene. Non sarà facile trovare un ambiente così sereno, disteso e sempre con l'obiettivo di arrivare fino in fondo. Ci abbiamo provato per due anni, con una squadra equilibrata tra un progetto vincente e un ambiente familiare”.


Che sfida ti piacerebbe intraprendere con la nuova stagione? Che tipo di progetto cerchi?

“Cerco un progetto sano nel senso che vorrei trovare una società disposta a lavorare ancora con me che non sono più un Under, anche se mi sento ancora molto giovane. Un contesto dove poter giocare a calcio, riuscirci e starci in maniera più serena e divertente possibile. Il sogno sarebbe una squadra che punti a vincere l'Eccellenza o una squadra di Serie D”.


Dopo tante stagioni ai massimi livelli, c'è già stata qualche squadra che ti ha contattato?

“C'è già stato qualche contatto ma ancora c'è tempo. Non voglio affrettare la decisione perché dopo tre anni voglio fare la scelta giusta, come la feci a suo tempo con l'Astrea. A questo club devo tanto e mi sento di ringraziare tutti, dai dirigenti, i direttori, il mister, tutto lo staff e tutti i ragazzi. Come mi hanno accolto all'Astrea non mi aveva mai accolto nessuno. Mi hanno fatto sentire a casa”.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Gazzetta Regionale

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alle nostre newsletter

EDICOLA DIGITALE

Dalle altre sezioni