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Le 5 verità che ci ha lasciato Itri - Audace

Tanti gli spunti del Comunale: dalla solidità della formazione di Porcelli, alla mancanza di un vero playmaker per l'undici di Ghirotto

Un sapore di rendez-vuos al Comunale perchè Itri Audace si erano affrontate alla 3° giornata di campionato anche l'anno scorso (era il 16 settembre 2018 e si giocava al Le Rose); ed anche in quel caso le due compagini impattavano sullo 0-0. Ma, al di là di statistiche e ricordi, sono diversi gli spunti - malgrado il tabellino 'povero' - da analizzare.


1) Due squadre 'granitiche', con delle spinge dorsali rigide

E' vero: siamo solo agli inizi e c'è ancora tanto, tantissimo tempo per migliorare e raggiungere il pieno potenziale. Ma soprattutto la formazione di Pino Porcelli ha dato l'impressione di non esserne così tanto lontana, come d'altronde testimonia la bella classifica. Sul discorso del piazzamento gli aurunci avrebbero, invece, qualcosina in più da recriminare, però l'impressione è che il pareggio di ieri mattina abbia evidenziato la forza (più che le paure e le difficoltà) delle due squadre. Con l'Itri che, al netto dell'infermeria piena, vanta uno dei migliori roster del girone; l'Audace sembra aver già trovato nella solidità e nella compattezza i punti cardine su cui tracciare il proprio percorso.


2) I biancorossoblu sono ancora in testa. E ci potrebbero anche restare

Nella scorsa settimana il messaggio del capitano Lucas Cardoso è stato chiaro: "Ci godiamo il momento. Pensiamo a conquistare più punti possibili all'inizio, poi valuteremo il futuro" - ha dichiarato -. Ma chissà che le sue parate, i gol di Nunez e Cisse e la carica del tecnico ex Ottavia non possano anche proiettare la formazione di Genazzano verso lidi più importanti, magari a confermare o migliorare il piazzamento dell'anno scorso. Lo ripetiamo: solidità e compattezza possono essere doti preziose per una squadra che ambisce ai quartieri nobili!


3) Per l'Itri è una partenza leggermente a rilento

Chiamiamola pure 'pareggite'. 3 partite e 3 segni X per l'undici di Ghirotto; risultati peraltro arrivati in modi differenti tra loro. Dalla rimonta subita con l'Astrea a quella compiuta a Pontinia nel finale, fino ad arrivare alle 'polveri bagnate' di ieri mattina. In pratica, comunque si voglia impostare l'incontro, il punteggio sembra essere sempre quello: un circolo vizioso dal quale, al momento, non c'è via d'uscita. Ma il lavoro, la fiducia e il rientro dei pezzi da 90 fermi ai box, alla fine, daranno ragione ai biancazzurri: che hanno tempo e potenzialità per recuperare.


4) Audace, oltre solidità e compattezza anche un'altra dote

I 90' del Comunale sono assomigliati ad una partita a scacchi. Un incontro molto equilibrato, in cui avrebbero fatto la differenza i minimi dettagli. C'è stato un leggero predominio territoriale ospite, con prolungato possesso palla, unione tra reparti e, talvolta, pressing alto: l'obiettivo era quello di concedere poca inventiva e spazio ridotto agli itrani. Le già citate solidità e compattezza provengono da un'altra dote, che si può racchiudere nel credo di "far giocare male gli avversari" e, quindi, non metterli nelle condizioni di poter esprimere il proprio pieno potenziale.


5) Rossini è Rossini: difficile sostituirlo

Massimo del potenziale - ricollegandoci al discorso precedente - che per gli aurunci ruota soprattutto intorno alle figure degli spagnoli CanoIguaddou e Otero (escludiamo Garcia che deve ancora mettere minuti nelle gambe). Questi 'giocolieri', però, a volte cadono nella tentazione di fare un tocco di troppo e perdono il momento buono per colpire. Un lusso che non ci si può permettere in determinati momenti della partita; a maggior ragione se dalle parti del Comunale ci si era ormai abituati alla fantastia e alla classe del playmaker Stefano Rossini. Alla domanda se l'Itri fosse riuscito a rimpiazzarlo in questo avvio di campionato, la risposta non può ancora essere positiva.

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