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GR REVIEW

Morelli, Piccheri e quel calcio che non c’è più...

Le parole di stima dell'attaccante e la risposta del difensore sono le testimonianze di una rivalità vissuta nel segno del rispetto e della lealtà. Valori, purtroppo, sempre più rari

02 Marzo 2020

Emanuele Morelli durante GR Review

Emanuele Morelli durante GR Review

Emanuele Morelli durante GR Review

GR Review non è più soltanto un format ma sta diventando molto, molto di più. Partiamo da quella odierna ma potremmo raccontarne tantissime in queste settimane, in questi mesi. Dalla storica puntata con il trio Testa - Di Bisceglia - Fiorentini a tutti i più grandi direttori, calciatori ed allenatori del nostro amato calcio laziale. Un calcio che sta cambiando però, dando spazio alla nuova generazione. Ce l’hanno detto in tanti e continuiamo ad avere conferme continue: parole simili uscite dalle bocche di Iannotti, Alfonsi, Neri, Piccheri ed oggi Morelli. Calciatori che, in un modo o nell’altro, hanno fatto la storia della nostra regione. Sport, sana rivalità e rispetto reciproco in campo e fuori dal campo perché quello che è accaduto oggi ne è l’ennesima conferma. Emanuele Morelli, intervenuto stamattina a GR Review, racconta come “Alessio Piccheri sia stato uno degli avversari più tosti, duri e difficili da affrontare. Un uomo vero che, a 44 anni, ha ancora voglia e mentalità da vendere ai tanti giovani che si affacciano solo ora nel panorama calcistico senza comprendere a fondo regole ed atteggiamenti giusti da tenere. Anni fa erano vere e proprie battaglie sportive ed era bellissimo viverle, tornavo a casa appagato”. Discorso chiaro quello fatto dal 37enne Emanuele Morelli che, così all’improvviso, preannuncia il possibile futuro: “A fine stagione potrei smettere valutando un ruolo differente perché credo possa essere arrivato davvero il momento. Siamo figli di una generazione che non tornerà più e non ci sono più giocatori così, come Alessio Piccheri ad esempio”. Un assist colto al volo dal difensore classe 1975: “Ringrazio bomber Morelli delle inaspettate belle parole, smetteremo insieme”. Avversari in campo, uomini veri e leali fuori dal campo, persone che sanno cosa significa vincere e che, da anni, cercano di trasmettere ai più giovani quei valori di un calcio che forse non c’è più. A maggio potrebbero smettere insieme dopo aver “battagliato” per anni sugli stessi campi, nella stessa regione, entrambi dietro ad un pallone che non corre più sulla terra. Quella terra che, nei più vecchiotti, ricorda immagini ed aneddoti di un’era passata, diversa, più vera e molto meno social. Un tempo in cui non esistevano i cellulari o venivano usati solo per chiamare, un tempo in cui quando si doveva chiarire qualcosa ci si vedeva di persona e non sui commenti di un post, un tempo in cui quello che accadeva in campo restava sempre e comunque lì senza vendette, senza rancori, senza ritorsioni. Un calcio, una gomitata, una botta che facevano parte dei quotidiani scontri di gioco negli allenamenti e durante le partite perché le parole di Morelli e Piccheri sono quelle di un attaccante e di un difensore, due ruoli opposti tra di loro ma sinonimi entrambi di un calcio lontano da quello che vediamo nel 2020. Dove dobbiamo assistere ad immagini di calciatori incollati all’Iphone o all’Ipad che parlano poco e male e non comprendono l’importanza di vivere a fondo uno spogliatoio. Un luogo sacro in cui la tecnologia dovrebbe restare sempre fuori per lasciare spazio ai rapporti umani, alle parole, ai dialoghi tra compagni. Questo è il senso delle parole di Morelli e Piccheri che ci piace evidenziare perché GR Review è anche storia di vita vissuta e raccontata con il sorriso, tra gioco e realtà in un mix di ricordi e buoni propositi affinché il calcio non diventi schiavo di tutto ciò che è virtuale. Grazie Emanuele, grazie Alessio e grazie a tutti coloro che settimanalmente ci ricordano da dove siamo partiti perché le nostre origini sono fondamentali e non vanno dimenticate. Per nessun motivo al mondo. Né ora né mai.

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