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L'intervista

Palestrina, Mario Di Ventura "Che il virus ci cambi in meglio"

Il centrocampista arancioverde accantona solo per un momento il suo amore per il calcio e allarga il discorso sulla pandemia

18 Marzo 2020

Mario Di Ventura ©De Luca

Mario Di Ventura ©De Luca

Mario Di Ventura ©De Luca

Il momento è particolare e alquanto delicato. Lo sport è fermo, serve una dose elevata di sensibilità e l’uomo giusto, per dispensarla, è Mario Di Ventura. Centrocampista, o meglio top-player, ricco di valori umani profondi, ha iniziato la stagione che tutti ricorderemo per sempre al Civitavecchia, per poi trasferirsi al Palestrina "Adesso parlare di calcio è in senso lato inappropriato. Al campo non penso per niente: penso alla vita" Già, la vita, quella che tutta la penisola italiana da cima soprattutto, fino alla punta dello stivale, cerca di preservare. "Dobbiamo attenerci rigorosamente alle regole emanate dal governo ne va della salute della nazione intera". La faccenda è di portata mondiale, scuote l’anima e crea spunti di riflessione non indifferenti. "Il Coronavirus -prosegue Di Ventura- inevitabilmente sta segnando la nostra esistenza, personalmente mi auguro che la pandemia sia il viatico poi in futuro, per un cambiamento interiore da parte di tutti. I nostri nonni, i nostri genitori, ci hanno tramandato valori fondamentali per la vita che negli ultimi tempi si erano un po’ spenti. L’enorme tragedia che ci accomuna dovrà essere il vero movente atto a farci migliorare sotto il profilo dell’umanità e dei sani principi da riassaporare”. Tanta sensibilità come detto in questo ragazzo che in mezzo al campo è un guerriero dai piedi gentili: la passione che ha per il calcio è immensa. “Io mi auguro che questa dura fase termini presto. Di sicuro d’ora in poi saremo persone diverse. Spero nel profondo di tornare alla  normalità e nella mia normalità c’è naturalmente il calcio, uno sport che amo moltissimo. Ora però dobbiamo lottare per un qualcosa di infinitamente più importante poi, un domani, torneremo, col cuore in mano colmo di gioia, a divertirci con un pallone tra i piedi"

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