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l'intervista

La Romulea, i professionisti, Villalba: alla scoperta di Lorenzo Regis

Il bomber dei tiburtini (128 gol in carriera) si racconta a 360 gradi, dai primi calci al pallone fino all'ultima esperienza in rossoblù

30 Marzo 2020

Lorenzo Regis

Lorenzo Regis

Lorenzo Regis

L’Italia, si sa, è anche la patria dei grandi attaccanti: ne abbiamo avuti a tonnellate forti,  anche naturalmente nei dilettanti. Al Villalba ce ne è uno, di goleador, che a suon di reti ha portato il club tiburtino alla ribalta: vicinissimo addirittura alla vittoria della Coppa Italia di Eccellenza fase regionale. Parliamo di Lorenzo Regis, punta classe 1989 che, in carriera, ha messo a referto ben 128 centri complessivi. La punta del Villalba ci racconta, con passione,  come è decollata la sua brillante evoluzione nel mondo del calcio. “Ho iniziato a tirare calci ad un pallone a soli 5 anni alla Romulea. Col noto sodalizio romano sono rimasto legato fino all’età della maturità. La mia avventura in giallorosso è terminata giocoforza perché non avendo prima squadra come target societario, era giunto per me il tempo di congedarmi da quella che posso definire una famiglia calcistica a tutti gli effetti. Sono stato così acquistato dall’Ostia Mare del patron Lardone poi Guidonia, Pisoniano, Lodigiani, Santa Maria delle Mole e Audace con cui ho realizzato in una sola annata 26 reti senza mai calciare un penalty. La fantastica annata vissuta con l’Audace mi ha portato a vestire la maglia dell’Ancona: coi marchigiani ho collezionato due presenze in serie C. Dopo aver militato nei professionisti ecco la serie D che avevo assaporato per un anno già col Guidonia. Il massimo campionato dilettantistico nazionale l’ho poi dunque interpretato fuori dal Lazio con le casacche del Ghivizzano (club toscano) e del San Teodoro (club sardo). Successivamente sono tornato nella mia regione, ad Anzio, dove ho giocato due stagioni sempre in D, prima di accasarmi all’Unipomezia (Eccellenza) ed ora, appunto, al Villalba”. Tanto calcio a determinati livelli dunque, per un ragazzo che si è fatto uomo anche attraverso uno sport, che lo ha reso altamente competitivo con se stesso. “Avrei potuto fare meglio a mio avviso nel calcio ma cerco, insomma, di accontentarmi. Sono una persona che si mette alla prova sempre e prova a migliorare anche i minimi dettagli, se occorre. Ho un carattere critico nei confronti di me stesso ma è normale perché per uno sportivo spronarsi e creare un circuito motivazionale significativo è fondamentale ai fini di un rendimento che nelle aspettative, deve essere performante al massimo”. Quest’anno, prima dello stop forzato, il cammino di Regis e del Villalba è stato veramente ottimo. “Ho segnato 12 reti, la squadra è ottava e lontana dai play-out. Abbiamo sfiorato la vittoria della Coppa che ci è sfuggita solo in finale. Insomma, tutto è andato per il verso direi giusto, ora attendiamo, fiduciosi, di poter tornare alla normalità”.

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