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L'intervista
19 Aprile 2020
©Simone Meloni
"Ho iniziato da piccolo alla Romulea, avrò avuto sette o otto anni, poi pensai di smettere, avevo perso la voglia ed ero aumentato di peso. Fortunatamente decisi di continuare. Ho giocato per varie squadre tra cui Urbe Tevere, il Latina, l'Ostia Mare e l'Astrea". Ora però, la maglia che indossa Enrico Rondoni è quella dell'Atletico Lodigiani per il quale ricopre un rolo tutt'altro che semplice, quello del centrocampista centrale, lo stesso del suo idolo indiscusso: "Abbiamo qualità tecniche diverse, ma da romano e romanista non posso che avere Daniele De Rossi come modello. Quando ho cominciato col calcio mi schieravano come esterno alto, ma sinceramente ero inguardabile. Durante il periodo al San Paolo invece ho conosciuto mister Cardinali che ha deciso di fari fare il regista di centrocampo". Autoironia e ricordi, ad Enrico scappa un sorriso quando racconta gli anni passati all'Astrea, la sua prima volta in una prima squadra, ma quel sorriso si smorza quando in mente torna l'esperienza al Latina, durata troppo poco per via del fallimento della società. "All'Atletico Lodigiani sono arrivato quest'anno ma mi sono sentuto subito a casa. Col mister Di Rocco mi sono trovato subito bene, era un allenatore giovane, di grande livello umano. Parlavamo di tante cose, anche non riguardanti il calcio. Ora c'è Rambaudi e anche con lui ho un buon rapporto. I miei compagni? Li considero più degli amici". Col campionato fermo e la consapevolezza di dover stare a casa, gli allenamenti continuano, ma la voglia di tornare in campo si fa sentire: "Mi sento un leone in gabbia. Non sono abituato a stare a casa ma in questo momento è necessario farlo. Stringo i denti, studio e faccio gli esercizi che ci ha assegnato il preparatore atletico. A vent'anni è normale trovare dura questa situazione, perchè abbiamo tanta voglia di tornare a giocare. Capisco che a livello professionistico è importante riprendere, soprattutto per il lato economico, ma credo sia giusto che la priorità venga data alla salute".
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