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lo speciale /15
22 Aprile 2020
La festa dell'Unipomezia al triplice fischio (©Del Gobbo)
7 febbraio 2018, una data che resterà per sempre impressa nei cuori rossoblù dell’Unipomezia. In quel freddo pomeriggio a Ciampino la squadra guidata allora da mister Claudio Solimina aveva raggiunto la sua seconda finale consecutiva di Coppa Italia e, stavolta, a contendere il prestigioso trofeo regionale c’è l’Astrea di Quintiliano Mastrodonato.
Nell’edizione precedente Valle e compagni erano riusciti ad imporsi sull’Itri al Francioni di Latina mettendo in bacheca la prima Coppa Italia della propria storia. Ad un anno di stanza, la posta in palio era ancora altissima per entrambe le pretendenti, che tra l’altro erano ancora in corsa anche sul fronte campionato.
Un ultimo atto dall’alto profilo, insomma, degno di una finale vera e propria. Quando noi addetti ai lavori arrivammo all’impianto designato le due squadre erano già in campo a riscaldarsi, in una giornata che prometteva invece ben poco sotto il profilo meteorologico con vento e pioggia ad intermittenza. Il sole doveva uscire dalla partita; soltanto loro, i giocatori in campo, potevano riscaldare un clima tipicamente invernale. Prendemmo le formazioni ufficiali, ci sedemmo in tribuna e aspettammo con ansia l’inizio del match.
L’orologio segna le 14.30, finalmente ci siamo! La sfida decolla su ritmi blandi ed è tutt’altro che spettacolare. L’Unipomezia prova ad accendersi soprattutto con Delgado mentre l’Astrea risponde principalmente con qualche calcio da fermo. Il primo tempo si conclude con uno scialbo 0-0. Soliti 15' di intervallo e si torna in campo con gli stessi 22, nessun cambio dunque né da una parte, né dall’altra. L’Unipomezia sfiora subito il vantaggio con Casavecchia che centra la traversa, ma poi quasi si torna su ritmi tranquilli tant’è che sussurro ad un mio collega - “De sto passo andiamo sicuro ai supplementari”. Ci voleva un episodio in definitiva per far sì che ciò non accadesse. E così è, perché al 76’ su un lancio in profondità il difensore biancazzurro Tagliaferri nel tentativo di servire il proprio portiere regala di fatto il pallone allo spagnolo Delgado, che rapido come un falco lo spedisce in fondo alla rete portando avanti l’undici di Solimina. A quel punto Mastrodonato tenta il tutto per tutto mettendo dentro Giuntoli, Putrino e Aureli nelle ultime battute, ma la sostanza di fatto non cambia. Dopo 4’ di recupero arriva così il triplice fischio, che consacra l’Unipomezia come la regina della competizione e costringe l’Astrea alla resa definitiva. Inizia la festa davanti la tribuna e sotto sotto anche io a modo mio stavo esultando, perché non eravamo andati ai supplementari, perché finalmente sarei potuto andare a riscaldarmi e scrivere un buon pezzo.
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