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l'intervista

"Essere frontiera nella città eterna": la tesi di Nicola Cavallotti

La rinascita del Montespaccato: un giovane studente di Parma si è laureato presso l'Università di Torino sul modello di riscatto sociale applicato dall'Asilo Savoia nel club capitolino

04 Maggio 2020

Nicola Cavallotti

Nicola Cavallotti

Nicola Cavallotti

Soltanto fino a due anni fa il quartiere di Montespaccato veniva considerato come uno dei maggiori punti di riferimento della criminalità organizzata del territorio romano. L'operazione delle forze dell'ordine nel quartiere (nota come operazione Hampa), che ha portato all'arresto di 58 persone, aveva coinvolto anche la Polisportiva, messa sotto sequestro dall'autorità. Ma proprio da quel momento, in cui il centro sportivo sembrava destinato a sparire definitivamente complice anche una reputazione che si era fatta ormai troppo pesante, tutto è cambiato anzi, letteralmente rinato grazie all’intervento dell’Asilo Savoia che, come noto, ha inglobato nel progetto Talento & Tenacia il club di via Stefano Vaj dando un’importantissima opportunità di riscatto a tutta la “borgata”. È infatti grazie al lavoro svolto in due anni dall’IPAB romana nell’impianto sportivo che oggi si pensa a Montespaccato come un contesto sociale completamente diverso dal passato, in cui vige un principio fondamentale come quello della legalità. Le vicende sopracitate hanno avuto un eco in tutto il territorio nazionale e ne è una chiara dimostrazione la tesi di laurea magistrale di un giovane ragazzo di Torino, Nicola Cavallotti, che lo scorso giovedì ha completato il proprio percorso in Scienze Strategiche discutendo la tesi “Essere frontiera nella città eterna”, citando Montespaccato come esempio positivo di resilienza. Come nasce l’idea e analizzando il lavoro svolto, Cavallotti spiega meglio il perché della sua scelta. “La decisione di analizzare il modello Montespaccato nasce da un tirocinio che ho svolto a Roma con Libera, l’associazione contro le mafie, venendo appunto a conoscenza di una realtà, o meglio una periferia in cui operava la criminalità organizzata, tema focale della mia specialistica. L’idea era quella di fare una ricerca sul territorio e analizzare una frontiera urbana che racchiudesse diversi elementi. Sono così entrato in contatto con il Presidente Massimiliano Monnanni che è stato un importantissimo aiuto sul campo, rappresentando un attore locale che è intervenuto sul territorio realizzando un valido progetto di riqualificazione dell’area interessata e che ho proposto come soluzione finale della tesi. La sua figura è di estrema importanza proprio in merito alla rinascita della borgata, termine che oggi viene inteso con accezione sicuramente positiva grazie alla rinascita dell’intero quartiere. Ciò che è stato fatto a Montespaccato rappresenta un vero e proprio riscatto sociale e che ha coinvolto tutta la popolazione. La rinascita del centro sportivo equivale alla rinascita dell’intero quartiere. Se prima c’era magari un distaccamento adesso c’è invece un riavvicinamento, il che vuol dire riportare nuova linfa. Al tempo stesso i giocatori diventano un modello da seguire innescando un circolo vizioso, considerando che molti di loro sono stati inquadrati anche in ambito professionale”.


La tribuna di Montespaccato

Il lavoro svolto da Nicola Cavallotti con la sua innovativa tesi ci riempie d’orgoglio, commenta il Presidente Monnanni. “L’Asilo Savoia - prosegue il giovane studioso - viene portato ad esempio e testimonianza concreta di come operatori esterni possano riabilitare uno spazio che apparteneva alla criminalità organizzata, trasformandolo in luogo e rendendo la comunita` orgogliosa di abitarlo, poiché essa stessa e` partecipe alla sua costituzione e alla sua potenziale bellezza. E` il sense of place - conclude Cavallotti - cui fa riferimento Vittorio Gregoretti, lavorare sulla qualita` delle aree urbane conduce alla comprensione dei luoghi in cui si vive, a loro significato profondo, in ottica di ricostruzione di un’identita` comune”.


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